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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 06:47.

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MILANO.
La famiglia Ligresti va in pressing sulle banche. Potrebbe essere solo una boutade, un tentativo estremo di difendere il ruolo fin qui giocato sulla scacchiera economica-finanziaria del paese, ma nelle ultime ore Salvatore Ligresti sarebbe tornato alla carica. Ufficialmente non l'avrebbe fatto per chiedere qualcosa in più. Piuttosto, la famiglia, evidentemente preoccupata di chiudere il dossier Premafin senza avere adeguate garanzie per il buon esito della ristrutturazione anche a monte della catena di controllo, starebbe premendo per accelerare la definizione dell'accordo anche in Sinergia e Imco. La preoccupazione chiave sarebbe legata al rischio di restare in balia degli istituti di credito una volta rinunciato all'asset chiave, ossia al controllo di Premafin. In ragione di ciò, vorrebbero prima di sabato sera, data prevista per la sigla dell'intesa vincolante sulla holding, riuscire a tracciare, almeno a grandi linee, l'intesa a monte.
Certo è impensabile che in pochi giorni venga definito il progetto nel dettaglio. Ci vorranno diverse settimane, se non mesi per stabilire il perimetro dell'accordo, ossia quali asset, quali terreni, quali immobili e quali progetti finiranno nel fondo immobiliare, resta il fatto che i Ligresti punterebbero a strappare almeno un impegno di massima.
Di certo, è il sentiment diffuso, o l'accordo si chiude alle condizoni stabilite lo scorso 13 gennaio oppure non se ne fa nulla. L'Ingegnere sembra avere quindi le armi spuntate ma d'altra parte non pare nemmeno ci sia la volontà delle banche di mettere in un angolo la famiglia. L'obiettivo primario degli istituti creditori resta quello di raggiungere l'intesa per il maxi polo Unipol-Fondiaria Sai nei tempi previsti. Non a caso il calendario degli appuntamenti per i prossimi giorni è assai fitto. In primis toccherà a Finsoe affrontare specifiche delibere sul tema. La holding delle Coop che controlla Unipol dovrà infatti mettere in agenda una ripatrimonializzazione funzionale a sostenere il futuro aumento di capitale della controllata Ugf. La somma non è ancora stata definita nel dettaglio, è pensabile, tuttavia, che una parte dell'impegno venga finanziato con equity e la fetta restante con ricorso al debito.
Una volta che Finsoe avrà dato il proprio sostegno, toccherà a Ugf deliberare sul dossier. Come è noto sia Unipol che Premafin hanno aggiornato i consigli a sabato 28 gennaio, giorno in cui i Ligresti sono stati allerati per la firma dell'intesa.
A valle toccherà a Fondiaria Sai esprimere parere definitivo sul progetto, e questo avverrà al consiglio del 29 gennaio. Il gruppo ha spostato il summit di qualche giorno dopo aver ottenuto dall'Isvap indicazioni informali sulla possibilità di ritarare leggermente la tempistica per poter dare forma compiuta al complicato progetto di integrazione.
Sul quale, evidentemente, mancano ancora i via libera chiave. Consob, infatti, non ha ancora ricevuto alcun quesito su un'eventuale esenzione d'Opa su FonSai e probabilmente non lo riceverà prima che l'Isvap dia parere definitivamente positivo sull'operazione. Solo una volta che l'Autorità avrà messo il sigillo al piano di integrazione stabilendo che gli interventi previsti sono sufficienti a rendere solido il nuovo agglomerato, si procederà sollecitando le altre Authority.
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