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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 21:21.

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Il paradosso del bond della Grecia che scade a marzoIl paradosso del bond della Grecia che scade a marzo

È il bond del momento. Quello di cui parlano i rappresentanti dell'Unione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea, nel tentativo di cercare un accordo per un nuovo salvataggio della Grecia. Ci riferiamo al bond in scadenza 20 marzo 2012. Nome in codice GR0110021236. Vale 14,4 miliardi di euro. Ma Atene, senza salvataggio (e taglio del valore del rimborso con perdita per i creditori) non pare in grado di onorare (nemmeno parzialmente) il debito contratto.

Ebbene, a guardare il grafico del rendimento viene un salto al cuore. Oggi il titolo ha chiuso al prezzo (che si muove in direzione opposta al rendimento) di 37,86 che corrisponde a un rendimento del 1.104% (guarda il grafico). Un mese fa prezzava 47,6 (rendimento 467%). Un anno fa, quando non si parlava ancora di haircut (taglio del valore del rimborso per effetto della ristrutturazione del debito greco) lo stesso bond viaggiava intorno al 13%, più o meno quanto rendono oggi i bond del Portogallo (che con Grecia e Irlanda ha fatto ricorso ai salvataggi forzosi imposti da Ue-Fmi-Bce).

Cosa significa? L'andamento del bond greco sintetizza che - seppur non sia stato ancora trovato formalmente un accordo definitivo sull'haircut (ovvero sulla % di perdita da ascrivere ai creditori privati, possessori del bond) - non ci sono dubbi che prima della scadenza naturale dell'obbligazione, il 20 marzo appunto, un accordo sarà trovato. La variazione dei prezzi indica, peraltro che, se fino a un mese fa l'ipotesi più probabile era di un taglio del 50% sul valore dei bond greci, adesso si va verso un taglio più forte, nell'orbita del 65-70%.

Ciò significa, leggendo il dato sul lato dei rendimenti, che il tasso del 1.104% è totalmente illusorio perché prevede un rimborso alla pari (100) di un bond che invece dovrebbe essere oggetto di ristrutturazione (che comunque è un livello di default).

È solo questione di capire, a questo punto, se quello della Grecia sarà un default ordinato (ovvero un accordo "pacifico" sia sui bond a breve scadenza che su quelli a medio-termine che dovrebbero essere riscadenziati) oppure se sarà un default disordinato. Ipotesi che tanto i creditori privati quanto le istituzioni pubbliche non gradirebbero perché rischierebbe di innescare un immediato contagio agli altri Paesi europei "traballanti", Portogallo in primis.

www.twitter.com/vitolops

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