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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 18:40.

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La Federal Reserve ha detto che non alzerà i tassi di interesse almeno fino a fine 2014, nel tentativo di sostenere una ripresa economica lenta. L'indicazione - arrivata al termine del del Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della banca centrale americana - è migliore delle aspettative degli analisti che ipotizzavano il ritorno a una manovra restrittiva dal 2013.

Le condizioni economiche «sono tali da giustificare livelli eccezionalmente bassi per il tasso sui federal funds (attualmente nel range 0-0,25%, ndr) di almeno attraverso la fine del 2014».

Senza indicare importanti cambiamenti sullo scenario economico, la banca centrale guidata da Ben Bernanke ha descritto il tasso di disoccupazione ancora elevato e ha detto che si aspetta che l'inflazione rimanga su livelli coerenti con la stabilità dei prezzi.

Per i prossimi trimestri la Fed precede una crescita modesta che dovrebbe limitare i miglioramenti sul fronte della disoccupazione. A livello globale, comunque, il Fomc indica come le tensioni sul fronte finanziario pongano notevoli rischi al ribasso. Nessuna indicazione, infine, di nuovi interventi di "quantitative easing": per il momento la Fed si limita a confermare la scelta di allungare la maturitá dei titoli nel suo portafoglio

«La spesa delle famiglie ha continuato ad aumentare ma la crescita degli investimenti fissi delle imprese ha rallentato e il comparto immobiliare rimane depresso - si legge ancora nella nota - L'inflazione è stata bassa negli ultimi mesi e le aspettative di inflazione nel lungo termine sono rimaste stabili». Il Fomc prevede che nei prossimi trimestri «la crescita sarà modesta e il tasso di disoccupazione diminuirà solo gradualmente». La Federal Reserve sottolinea infine come «le tensioni sui mercati finanziari continuano a porre significativi rischi al ribasso» per le prospettive economiche.

Mantenere l'inflazione entro il 2% «è un obiettivo che dovrebbe promuovere la stabilità dei prezzi», ha spiegato Bernanke.
Il numero uno della Fed ha voluto anche rassicurare spiegando che questa novità non cambierà «il modo di condurre la politica monetaria» che, come recita lo statuto della Fed, deve promuovere la crescita economica.

L'annuncio della Fed sui tassi ha ridato slancio all'euro che è tornato sopra quota 1,3 dollari. Forti acquisti anche sull'oro volato a 1.686,37 dollari l'oncia (segui la quotazione dell'oro dollaro/oncia e euro/grammo). Un prolungamento della fase a tassi pressoché azzerati favorisce il metallo giallo che a differenza di altre forme di investimento rifugio (come i Treasury bond) non matura interessi e sarebbe stato quindi penalizzato in uno scenario di politica monetaria restrittiva (tassi in rialzo).

twitter.com/vitolops

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