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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2012 alle ore 06:40.
Finsoe si prepara a dare un via libera informale al maxi riassetto Unipol-Fondiaria Sai, riassetto finito peraltro nel mirino della Procura di Milano per un'ipotesi di insider tranding sul titolo Premafin (dal 29 dicembre al 4 gennaio le azioni sono salite da 0,10 euro a 0,32 euro).
La holding delle Coop, che controlla la compagnia di Bologna, per ora avrebbe preferito non affrontare in sede ufficiale il dossier di aggregazione limitandosi a dare un assenso di massima all'operazione e riservandosi di approfondire poi con calma, a valle dei consigli delle società che si terranno nel week end, l'intero progetto. Un piano che, stabilita la tabella di marcia fin nel minimo dettaglio, potrebbe essere aggiornato in alcuni elementi sostanziali. In particolare, è possibile che gli aumenti di capitale delle due compagnie siano più rotondi del previsto. Se Unipol Gruppo Finanziario potrebbe infatti chiedere al mercato fino a 1,1 miliardi di euro di nuova liquidità, FonSai potrebbe lanciare una ricapitalizzazione di 100-150 milioni più sostanziosa rispetto ai 750 milioni massimi fin qui preventivati. Il tutto per garantire che il nuovo agglomerato abbia sufficiente capacità finanziaria, adeguata solidità patrimoniale e un bilancio completamente ripulito. Una decisione definitiva rispetto a questa opportunità verrà presa nei board che si terranno tra sabato e domenica ma nel frattempo l'orientamento emerso nelle ultime ore sarebbe di lavorare su un range piuttosto ampio: 850 milioni-1,1 miliardi per Unipol e 750-900 milioni per FonSai. Il tutto comporterebbe un impegno massimo di 2 miliardi di euro. Nel quale si inserisce anche il finanziamento soci che Ugf metterà a disposizione di Premafin perché la holding faccia la propria parte nella ricapitalizzazione di FonSai. Quest'ultima cifra evidentemente dipenderà dalla decisione che Fondiaria prenderà durante il consiglio di amministrazione di domenica.
In ogni caso, la somma totale delle iniezioni di liquidità, nonostante l'impegno dei soci forti a fare la propria parte, renderà necessaria la costituzione di un'importante rete di sicurezza. Mediobanca sta lavorando proprio a questo e tra manifestazioni di interesse e sollecitazioni dirette circolerebbero già una decina di nomi di banche che potrebbero far parte del consorzio di garanzia. Si tratta, nel dettaglio, di istituti per lo più stranieri: Merrill Lynch e Jp Morgan in testa, quindi Nomura, Citi, Credit Suisse, Morgan Stanley, Goldman Sachs e Socgen. Riguardo a un possibile supporto di UniCredit, al fianco di Mediobanca, l'amministratore delegato Federico Ghizzoni nei giorni scorsi ha sottolineato che al momento non è stata presa alcuna decisione in merito.
Così come si sta cercando di venire a patti anche con la famiglia Ligresti che avrebbe fatto sentire la propria voce inviando alle banche una lettera nella quale si chiedevano precise garanzie sul buon esito delle trattative per la sistemazione del debito presente nelle holding di Salvatore Ligresti. Come è noto esiste un progetto di massima che prevede la costituzione di un fondo immobiliare nel quale far confluire gli asset pregiati di Imco e Sinergia da dare poi in gestione a un operatore del settore: Hines e IDea Fimit sono i principali candidati. In quest'ottica, ieri il numero uno di Hines, Manfredi Catella ha dichiarato: «Da parte nostra c'è disponibilità. L'importante, tuttavia, sarebbe fare presto: «Prima si prende una decisione, meglio è».
Quanto all'indagine della Procura, che sta ricevendo la completa collaborazione di Consob, partiranno in questi giorni accertamenti volti a verificare se ci sia stato qualcosa di anomalo nell'andamento delle azioni Premafin tra la fine del 2011 e le prime settimane del 2012 a Piazza Affari, quando il gruppo assicurativo Unipol ha ufficializzato il suo interesse per la galassia riconducibile alla famiglia Ligresti. Il pm Luigi Orsi, che già un anno fa ha aperto un fascicolo sulla vicenda Fondiaria-Sai/Groupama, vuole vederci chiaro e capire se sia stato commesso il reato di insider trading o se il balzo sia stato dettato da ragioni casuali.
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