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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2012 alle ore 14:15.
Il 2012 è l'anno della rivoluzione della tassazione dei risparmi (alla quale il «Sole 24 Ore» ha dedicato un libro distribuito ieri in edicola). Il "combinato disposto" delle riforme Berlusconi e Monti ha modificato la convenienza fiscale relativa dei vari strumenti di investimento. Vediamo qual è la nuova classifica di convenienza.
Fondi pensione e Pip. Gli unici strumenti a restare indenni dalle nuove tasse sono i piani previdenziali, che già dalla riforma Maroni (entrata in vigore nel 2007) si ergono indisturbati ai vertici della classifica della convenienza fiscale. Deducibilità dei versamenti fino a 5.164 euro l'anno e tassazione delle prestazioni ad aliquote molto contenute (dal 9 al 15% a seconda del periodo di investimento) per la parte dedotta. Mentre i rendimenti sono tassati all'11 anziché al 12,5% o al 20%, per competenza, al pari delle Gpm (mentre per tutti gli altri gli strumenti finanziari la tassazione è ora per cassa, più conveniente). Fondi pensione e Pip restano poi fuori dall'ambito di applicazione del bollo.
Titoli di Stato ed equiparati, buoni postali, pronti contro termine con sottostanti titoli di Stato. Al secondo posto della classifica ci sono tutti i titoli pubblici italiani, esteri o sovranazionali, i cui rendimenti restano tassati al 12,5%. Dal 2012, però, i dossier bancari in cui sono custoditi insieme ad ogni altro strumento finanziario, sono sottoposti a un'imposta di bollo più pesante perché proporzionale, con il minimo a 34,2 euro (che era tutto quanto si pagava fino al 2011). La stessa cosa accade ai buoni postali (al di sopra dei 5.000 euro) che fino all'anno scorso non erano soggetti a bollo.
Polizze Vita rivalutabili, conti di deposito. I rendimenti delle polizze Vita sono ora tassati al 20%, tranne che per la parte investita in titoli di Stato (di solito la magna pars) che resta al 12,5%. Le rivalutabili dovrebbero però essere escluse dall'imposta di bollo (a differenza di fondi comuni e altri strumenti di investimento), come è emerso martedì nel corso di un convegno organizzato da Unione Fiduciaria a Milano. I conti di deposito sono gli strumenti avvantaggiati dalle riforme: la tassazione degli interessi passa dal 27 al 20% e il bollo resta a soli 1,81 euro.
Obbligazioni bancarie e societarie, azioni, quote di fondi comuni e Sicav, Etf, quote di fondi immobiliari, polizze Vita index e unit linked, pronti contro termine con sottostanti titoli diversi da titoli di Stato. I rendimenti di tutti questi strumenti sono ora tassati al 20% (in precedenza al 12,5%, tranne i fondi immobiliari che erano già sottoposti al 20%). E i dossier su cui sono depositati sono soggetti a imposta di bollo più pesante. È introdotto anche il bollo sulle polizze Vita index e unit linked. I rendimenti attribuibili alla quota che i fondi comuni, gli Etf, e le polizze Vita hanno investito in titoli di Stato ed equiparati restano tassati al 12,5%. La tassazione dei rendimenti dei fondi comuni italiani dal 1° luglio 2011 è per cassa.
Gestioni patrimoniali (Gpm). Oltre alla tassazione dei rendimenti al 20% anziché al 12,5% (fatta eccezione per la quota investita in titoli di Stato ed equiparati), i capitali delle gestioni patrimoniali sono ora sottoposti al bollo proporzionale mentre il regime impositivo resta quello per competenza, sul risultato maturato ogni anno.
Immobili. L'introduzione del l'Imu al posto dell'Ici e l'aumento della sua base imponibile (valore catastale moltiplicato per appositi coefficienti) peggiora la tassazione degli immobili posseduti a scopo di investimento. I cui redditi da locazione, se relativi ad immobili residenziali di proprietà di privati sono tassati al 21%, altrimenti ad aliquota marginale Irpef con abbattimento forfettario del 15 per cento.
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