Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, cambia la traiettoria del progetto d'integrazione Unipol-Fonsai ma scatena il putiferio nell'authority. Ieri, in alcune dichiarazione riportate su "La Repubblica", il commissario Michele Pezzinga ha dichiarato che, nella vicenda, nè il collegio né gli uffici operativi della Consob si sono ancora pronunciati. Se dunque Vegas è intervenuto - ha proseguito Pezzinga - lo ha fatto con un'iniziativa personale «del tutto irrituale» vestendo i panni «che normalmente vestono i consulenti di gruppi privati». In effetti, da quello che si sa, Vegas si è effettivamente speso in questi giorni con i gruppi coinvolti nell'operazione portando a casa, a suo giudizio, un risultato positivo. Quello di cambiare le caratteristiche dell'integrazione Fonsai-Unipol, allineando gli interessi di tutti gli azionisti (di Premafin e Fonsai) ed evitando la generosa buonuscita prevista in precedenza per i Ligresti. Ciò, evidentemente, non è bastato ad evitare le polemiche dentro e fuori della commissione. Ieri il vice presidente dei senatori Pd, ha chiesto chiarimenti al Governo sottolineando il carattere «rigorosamente collegiale» che le norme attribuiscono all'authority di vigilanza. Alcune associazioni dei consumatori, le stesse che nei giorni precedenti avevano gridato allo scandalo per i soldi promessi ai Ligresti, hanno addirittura reclamato le dimissioni di Vegas.
La querelle rischia ora di creare incertezze sugli orientamenti della commissione. Ieri l'ad di Unipol Carlo Cimbri ha spiegato il cambiamento in corsa del progetto come il risultato di «un confronto informale e costruttivo» con le autorità di controllo, «volto a trovare la migliore soluzione possibile». Ma se la Consob fosse spaccata al suo interno un problema si potrebbe porre.
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