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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2012 alle ore 20:07.

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Due consigli d'amministrazione in 48 ore. Il primo (26 ottobre) convocato d'urgenza per votare la sfiducia a Mario Schiavon, presidente di Enpapi (cassa di previdenza infermieri). Il secondo (28 ottobre) per ridare la fiducia allo stesso Schiavon. Nel mezzo una raffica di riunioni degli organi dell'ente, dei manager, del collegio sindacale. E di atti inviati alla direzione generale del ministero del Lavoro per comunicare il cambio di presidente nella persona di Erminia Bari (la vice di Schiavon).

Motivo di questa fibrillazione? Non è chiaro. O meglio lo è per il presidente Schiavon: «Il motivo della mozione di sfiducia? Una questione di metodo. Le quattro consigliere lamentavano una scarsa discussione su alcuni argomenti. Data la mia disponibilità sul tema, la sfiducia è stata poi ritirata dalle stesse consigliere. Non c'entra niente l'acquisto della nuova sede Enpapi». Sì perché questa strana storia si intreccia con la compravendita della villa romana di via Farnese, nel quartiere Prati, pagata 20 milioni dall'ente. Nuova sede della cassa infermieri inaugurata ieri «alla presenza di tanta gente e molte personalità», tiene a sottolineare Schiavon. Un'operazione che ha generato qualche dubbio e, a quanto si sa, un certo dibattito nel consiglio d'amministrazione dell'ente del 20 ottobre scorso.

Due giorni dopo parte la richiesta di convocazione urgente delle consigliere per un cda in cui si discuta la mozione di sfiducia. Mozione che passerà il 26 ottobre con la votazione di quattro consiglieri su cinque e la nomina (comunicata al ministero del Lavoro) di Erminia Bari quale nuovo presidente. Da quanto trapelato, tra le cause che avrebbero spinto alla sfiducia, vi sarebbe anche una non congruenza tra la bozza di un verbale e lo svolgimento di un consiglio svoltosi nelle scorse settimane.

Resta il fatto che, passati altri due giorni, le consigliere ci ripensano. E nel cda del 28 ottobre ritirano la mozione ridando la fiducia a Schiavon alla presenza del collegio sindacale presieduto da Concetta Ferrari, dirigente generale risorse umane e affari generali del ministero del Lavoro. «I sindaci avevano comunque invalidato quell'atto del cda – ha dichiarato Schiavon –. Lo hanno considerato illegittimo. Io ho sempre ritenuto di essere rimasto in carica come presidente». Qui c'è un altro dubbio: può un organo di vigilanza interno stabilire la legittimità o meno di un atto? Contattata, la presidente del collegio sindacale ha declinato qualunque dichiarazione alla luce del ruolo che ricopre. Sul pasticcio Enpapi non siamo riusciti ad avere una dichiarazione anche da Edoardo Gambacciani, direttore generale per le politiche previdenziali al ministero del Lavoro.

Ad Enpapi versano i contributi previdenziali ben 16.169 infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d'infanzia. Un piccolo esercito di persone che possono contare per la loro futura pensione su un patrimonio complessivo pari a circa 197 milioni di euro. A vedere tutto il tourbillon di riunioni e documenti, forse a qualche infermiere sorgeranno dei dubbi. Interrogativi che, secondo indiscrezioni, sarebbero già sorti alla commissione bicamerale di vigilanza degli enti previdenziali, presieduta da Giorgio Jannone (Pdl). Dopo l'articolo pubblicato sul «Sole24Ore» del 20 ottobre scorso a proposito della nuova sede, la commissione bicamerale avrebbe già deciso di convocare i vertici Enpapi per chiedere delucidazioni in tal senso. Appuntamento al prossimo capitolo.
v.dangerio@ilsole24ore.com

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