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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2012 alle ore 08:16.

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MILANO
Mediobanca si prepara a chiudere il consorzio di garanzia unico che dovrà sostenere l'aumento di capitale di Fondiaria Sai e quello di Unipol. Allo stato non è stata messo in agenda alcuna appuntamento formale per il week end ma ormai la firma del pre-underwriting per la costituzione del consorzio dovrebbe essere questione di ore, alla più di qualche giorno.
In corsa per formare assieme a Piazzetta Cuccia il cuscinetto che dovrà garantire il buon esito delle due iniezioni di liquidità ci sono Nomura, Morgan Stanley, Barclays e Deutsche Bank. Secondo fonti finanziarie anche UniCredit sarà presto della partita. Tuttavia, la decisione definitiva sulla partecipazione al consorzio potrà essere presa solo dopo precisa delibera del consiglio di amministrazione della banca. Piazza Cordusio, in quanto azionista di Fondiaria Sai, è infatti sottoposta alla disciplina che regola i rapporti con le parti correlate.
La notizia di un prossimo accordo per sostenere i due aumenti di capitale va evidentemente a dare ulteriore concretezza al maxi progetto di fusione tra Premafin, Fondiaria Sai, Unipol e Milano Assicurazioni. E in parte alimenta l'entusiasmo, già forte, sui titoli delle società coinvolte. Un'entusiasmo che ha costretto Consob ad alzare il livello di attenzione sui movimenti anomali registrati dalle azioni in Borsa. Ieri, FonSai ha segnato l'ennesimo sprint (+14,74% a 1,01 euro) a Piazza Affari dove è decollata anche Unipol (+19,12% a 0,24 euro). In ascesa anche Milano Assicurazioni (+5,02% a 0,27 euro), mentre Premafin ha chiuso in calo del 3,04% a 0,23 euro.
Le cifre fanno intendere come stia procedendo a ritmo serrato la febbre degli acquisti su FonSai e Unipol in attesa di conoscere i dettagli dell'integrazione. E continua pure il boom di volumi, seppur in tono minore per FonSai (11,8 milioni di pezzi scambiati contro i circa 15 milioni della vigilia) mentre su Unipol sono stati trattati ben 61 milioni di pezzi contro i 17 milioni del giorno precedente. C'è da dire, comunque, che i volumi registrati ieri su FonSai sono stati quasi il doppio rispetto alla media dell'ultimo mese (6,8 milioni) e quelli di Unipol quasi nove volte in più. Le ragioni di tanta attenzione al momento non sono note. Le ipotesi che si fanno sul mercato sono le più disparate: qualcuno ipotizza che siano già scattati gli arbitraggi sul concambio della futura fusione, altri credono nell'ingresso di nuovi azionisti o, addirittura, c'è chi traccia scenari d'Opa scommettendo su un possibile ingresso nella partita della francese Axa (vedi altro articolo in pagina). Nessuna di queste giustificazioni trova, però, al momento riscontro concreto. C'è però un dato che merita di essere segnalato: da martedì scorso, dopo l'annuncio da parte di FonSai dell'aumento di capitale da 1,1 miliardi, in quattro sedute la compagnia che fa capo ai Ligresti ha recuperato il 60% del proprio valore col 12% del capitale passato di mano, mentre Unipol è salita "solo" del 26%. Diverso l'andamento per Premafin che nello stesso periodo è avanzata del 3,7% mentre Milano Assicurazioni ha recuperato il 18%. Detto questo, chi si occupa del dossier ritiene prematura la febbre da concambio considerato che per arrivare alla definizione del rapporto mancano ancora diverse tappe. In primis, tutti i sigilli delle Autorità. Il quesito da spedire in Consob per l'esenzione dall'Opa, per esempio, non è ancora stato ultimato. Riguardo a ipotesi d'Opa o a possibili interessi stranieri per gli asset coinvolti, la discesa in campo di Axa appare impraticabile. Anche perché, in questa fase, difficlmente qualcuno potrebbe organizzare una mossa ostile, o alternativa, rispetto al progetto di fusione Unipol-FonSai. Quanto al recesso, va ricordato, che agli azionisti Fondiaria non verrà concesso alcun diritto di recedere. La possibilità di ottenere cash a fronte di un mancato coinvolgimento come soci nella maxi integrazione sarà garantita solo ai soci Premafin, poiché, come previsto dal codice civile, il diritto di recesso può essere esercitato solo nel caso in cui la fusione comporti un cambio dell'oggetto sociale dell'azienda. Cambio che avverrà per la holding ma non per la compagnia assicurativa. In definitiva, i movimenti dei titoli posso essere stati alimentati da diverse ragioni ma nessuna delle quali, tolta la prossima firma del consorzio di garanzia, sembra avere fondamenta solide. Nel frattempo, la prossima settimana si potrebbe registrare qualche altro passaggio formale relativo all'operazione. Tradizionalmente il gruppo Unipol rende noti i dati sulla raccolta dell'esercizio precedente nella seconda settimana di febbraio. Poiché abitualmente il cda di riunisce di giovedì, il board potrebbe tenersi il 9 febbraio e fornire l'occasione anche per altri ragguagli sull'iter dell'operazione.
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