Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2012 alle ore 08:13.

My24


L'addio di Benetton Group da Piazza Affari diventa anche l'occasione in casa Benetton per compiere un primo passo verso la realizzazione di quel passaggio generazionale già scritto nello statuto di Edizione. Alessandro Benetton, erede designato di Luciano, diventerà infatti il numero uno del gruppo di abbigliamento lasciando al padre la carica di presidente onorario. A lui dunque toccherà rilanciare lo storico brand di famiglia, quello che ha fatto conoscere Ponzano Veneto nel mondo ma che oggi rappresenta il tallone d'achille della galassia. Un punto debole che ora la dinastia ha deciso affrontare e lo farà innanzitutto togliendo la società dalla Borsa di Milano. I mezzi per farlo ci sono, Edizione, a quanto risulta, dispone di 500 milioni di finanziamenti da poter utilizzare e sta negoziando con UniCredit e Mediobanca una linea di credito dedicata per sostenere l'operazione. Una manovra che vale almeno 276 milioni di euro, nonostante le pressioni della Borsa i Benetton non sarebbero intenzionati ad alzare il prezzo di 4,6 euro a titolo, e che ridisegnerà le responsabilità interne alla famiglia.
La galassia di Ponzano Veneto, come noto, si poggia su due business fondamentali, da un lato la moda e dall'altro le infrastrutture più Autogrill. Con l'avvio del delisting di Benetton, l'abbigliamento diventa area di competenza principale del ramo che fa capo al fondatore Luciano Benetton, mentre Atlantia, Adr e Autogrill restano sotto la guida diretta di Gilberto Benetton. Si tratta di una spartizione dei beni funzionale al perseguimento di un generale obiettivo di rilancio e sviluppo delel attività in portafoglio. La divisione, tuttavia, è valida più sulla carta che nella realtà. In cima alla piramide continuerà infatti a esserci Edizione con i compiti e i ruoli definiti nel 2008 quando la cassaforte venne ridisegnata a valle della fusione tra Edizione Holding e Ragione Sapa.
In quell'occasione vennero fissati paletti precisi per una gestione comune e condivisa dell'intero patrimonio dei Benetton tanto che furono definite clausole di gradimento per il trasferimento delle quote e l'obbligo del parere favorevole della maggioranza dei soci fondatori per la cessione del controllo di una partecipazione strategica. L'obiettivo era assicurare compattezza e continuità nella gestione degli asset chiave, ossia Benetton Group, Schema34 (Autogrill) e Sintonia. In ragione di ciò fu deciso di suddividere il capitale sociale di Edizione in quattro quote del 20% ciascuno da assegnare ognuna ai quattro soci fondatori (Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo) tramite le società Regia, Proposta, Evoluzione e Ricerca, oltre a una quota dello 0,25% che fa capo direttamente ai 4 fratelli, mentre il rimanente 19%, ricalcando lo schema presente in Ragione sapa, fu spartito tra i figli dei fondatori, in nuda proprietà con diritto di usufrutto a favore dei rispettivi genitori. In quell'occasione, peraltro, ogni fratello decise il suo successore indicando quattro rappresentanti della nuova generazione da far sedere in consiglio. I quattro nuovi soci fondatori furono così individuati in Alessandro Benetton (Luciano), Franca Bertagnin Benetton (Giuliana), Sabrina Benetton (Gilberto) e Christian Benetton (Carlo).
La fusione di Edizione Holding in Ragione fu un'operazione di riorganizzazione voluta dalla famiglia proprio per mantenere strettamente nelle mani del nucleo familiare, allargato però alla seconda generazione, il controllo della galassia di Ponzano Veneto. Tanto che, sempre da statuto, è previsto, che le delibere che comportino il venir meno del controllo, anche di fatto, di Benetton Group, Schema34 (nella qualità di controllante di Autogrill) e di Sintonia, debbano avere, oltre alla maggioranza dei voti dei consiglieri presenti, il voto favorevole della maggioranza dei soci fondatori. In virtù di questo a suo tempo fu stato eletto un cda di 11 membri, composto dai quattro soci fondatori, con carica a tempo indefinito, i quattro figli, l'ad Gianni Mion e due indipendenti (Fabio Cerchiai e Giovanni Costa), tutti invece in scadenza con l'approvazione del bilancio 2011. Da capire se l'ok al prossimo bilancio sarà l'occasione per l'addio di Mion. Il manager storico, che in questi anni ha accompagnato la famiglia nella diversificazione degli investimenti, ha fatto intendere di voler abbandonare l'incarico. Qualcuno non esclude, però, un ripensamento dell'ultimo minuto oppure un nuovo ruolo, tagliato su misura per lui,il manager ha fatto capire di essere ancora interessato alla sfida per lo sviluppo di Autogrill, che lo leghi alla dinastia ancora per qualche anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi