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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2012 alle ore 13:18.

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Oltre 2 milioni di proprietari di case negli Stati Uniti riceveranno, nel complesso, aiuti per 26 miliardi di dollari. Questi i punti chiave dell'accordo che dovrebbe essere raggiunto nelle prossime ore tra il governo americano e le prime cinque banche del Paese nel settore dei finanziamenti: Bank of America, JPMorgan Chase, Wells Fargo, Citigroup e Ally Financial.

L'obiettivo è aiutare le famiglie in difficoltà con il pagamento delle rate, così come quelle che si sono viste pignorare la casa negli ultimi anni. L'accordo, infatti, mira anche a porre fine a un'inchiesta avviata nel 2010 dagli esponenti di 50 Stati americani contro pratice scorrette di pignoramento forzoso di cui si sarebbero macchiati i principali istituti di credito. Allo stesso tempo la misura muove nella direzione di arginare gli effetti devastanti dello scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti che ha causato il crollo dei prezzi delle abitazioni in varie aree del Paese. Su tutte California, Florida e Arizona.

Secndo le prime indiscrezioni pubblicate dal New York Times l'intesa da 26 miliardi di dollari dovrebbe comportare per oltre un milione di mutuatari una riduzione delle rate mentre per altri 750mila - che si sono visti pignorare l'immobile tra il 2008 e il 2011 - dovrebbero essere stanziati assegni annui, per tre anni, di 2.000 dollari.

Una misura sufficiente? Anche se l'accordo finale - i funzionari governativi puntano ad alzare la misura del sostentamento fino a 39 miliardi di dollari - non è stato ancora firmato le polemiche sull'efficacia di questa misura non mancano.

Tra i punti critici, l'esclusione dei mutui erogati dalle agenzie governative Fannie Mae e Freddie Mac che hanno circa il 50% del mercato immobiliare. Quindi, difatti, metà dei mutuatari statunitensi colpiti dalla crisi dei tassi e dalla bolla immobiliare - salvo clamorose modifiche dell'ultim'ora - è esclusa dalla misura. Inoltre, in molti sostengono che i miilardi stanziati non saranno sufficienti per arginare le tensioni sul real estate dato che allo stato attuale è stimato che circa un mutuatario americano su cinque è sott'acqua: ovvero ha in pancia un debito residuo da versare per saldare il mutuo superiore a quanto vale, ai corsi attuali, l'immobile oggetto del mutuo. I calcoli indicano un patrimonio netto negativo complessivo di 700 miliardi. In pratica, ciascun mutuatario - a causa della bolla immobiliare - ha un buco finanziario (differenza tra valore del mutuo e valore dell'immobile) di 50mila euro.

«Non penso proprio che questo accordo porterà a un miglioramento delle condizioni di vita per i proprietari di case», spiega Gus Altuzarra la cui società, Vertical Capital Markets, è specializzata nell'acquisto di prestiti bancari a condizioni scontate.

«Questo accordo - spiega Jason Goldberg, analista di Goldberg - non sembra la panacea per l'industria immobiliare ma è piuttosto positivo per le banche che in in questo modo si mettono alle spalle la vicenda» dei pignoramenti forzosi.

www.twitter.com/vitolops

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