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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2012 alle ore 08:17.

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ROMA
Saranno il «tedesco» e il francese ad avere la maggior voce in capitolo per la scelta del capitano che dovrà guidare Alitalia-Cai. La ritirata di Rocco Sabelli, a fine mandato triennale e in uscita nell'assemblea di bilancio a fine marzo, avviene in un momento critico per la compagnia privata che, su spinta di Silvio Berlusconi, dall'inizio del 2009 ha unificato la polpa della vecchia compagnia pubblica e l'ex concorrente Air One, con circa 13mila dipendenti.
Per la scelta del nuovo pilota è decisivo il parere dei due soci più importanti tra i venti italiani più Air France-Klm, primo azionista con il 25 per cento. Dunque un ruolo importante lo avrà Jean-Cyril Spinetta, mentre il vettore franco-olandese resta candidato ad acquisire la compagnia italiana dal 13 gennaio 2013, quando scadrà l'impegno a non vendere assunto dai «patrioti». Poi c'è il «tedesco», Enrico Tommaso Cucchiani, ex top manager di Allianz, nuovo amministratore delegato di banca Intesa Sanpaolo. Ieri non ha voluto fare commenti su Alitalia.
Banca Intesa ha un'importanza superiore alla sua quota azionaria (10%) perché finanzia o ha intrecci con molti soci, tra cui la Immsi del presidente Roberto Colaninno, il fondo lussemburghese Equinocse, Pirelli, Acqua Marcia, Marcegaglia, Fontana. Nel bilancio di Intesa l'Alitalia è tra le «imprese sottoposte ad influenza notevole», come Telco, Rcs, Pirelli, fino a due società di Colaninno, Rcn Finanziaria e Pietra.
C'è la candidatura di Andrea Ragnetti, lo ha indicato Sabelli che lo assunse alla Tim, lo appoggiano Colaninno e Gaetano Miccichè, d.g. di Intesa Sanpaolo. Cinquantenne, Ragnetti ha lavorato nel marketing nel gruppo Telecom, Procter & Gamble (detersivi) e Philips (lampadine, elettrodomestici). Diversi soci lo considerano il manager che può dare una spinta allo sviluppo, un profilo sacrificato in questi anni, ritmati dal taglio dei costi.
Per adesso non c'è pieno accordo tra i soci su questa candidatura. Vorrebbero contare di più Emilio Riva (ha il 10,62%), Atlantia dei Benetton (8,85%), Carlo Toto (5,31%), gli Angelucci (5,31%), preoccupati dall'andamento negativo della Cai, oltre 600 milioni persi nei primi tre anni e dall'erosione patrimoniale.
L'ultimo atto di Sabelli sarà la presentazione del bilancio 2011 al cda il 24 febbraio. Anche il terzo bilancio dell'Alitalia-Cai è in rosso. Dall'azienda trapelano voci di una perdita netta vicina a 80 milioni. Ma chi ha visto i conti afferma che la perdita reale della gestione nel 2011 è stimabile in almeno 200 milioni. Nella contabilità ufficiale la perdita netta viene ridotta attraverso proventi «diversi» (115,7 milioni nel primo semestre). Si tratta di entrate non ripetibili per accordi pluriennali con fornitori (nell'informatica) o con partner commerciali, definite «signing bonus».
Il patrimonio netto consolidato, già dimezzato a 548 milioni (dai 1.169 iniziali) a fine 2010, col bilancio 2011 dovrebbe ridursi a 450 milioni o poco più. I debiti finanziari a fine 2010 erano 907,55 milioni (fonte R&S, Mediobanca), al lordo di 96,1 milioni di liquidità.
Se non ci sarà inversione di tendenza, la Cai potrebbe avere bisogno di iniezioni di capitale nei prossimi mesi.
Non è andato in porto nel 2011 il progetto di vendere la compagnia a Air France: si è discusso di uno scambio azionario, i "patrioti" avrebbero ricevuto azioni di Air France-Klm. L'operazione è fallita per divergenze sul prezzo. Gli italiani volevano farsi riconoscere un valore vicino al capitale versato nella Cai alla partenza, circa 847 milioni. Ma questo valore è stato giudicato eccessivo dalla controparte. Non ha aiutato il crollo in Borsa di Air France a causa dei conti in rosso (alle quotazioni di ieri, -4% a 4,873 euro, il gruppo vale 1,46 miliardi).
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