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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2012 alle ore 06:43.

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ROMA - Prende forma la "nuova" Snam che sarà resa indipendente dall'Eni e quindi liberata dai vincoli Antitrust, pronta (promette fin d'ora) a diventare un gigante internazionale delle reti attraverso acquisizioni e alleanze. Mentre il Parlamento mette a punto uno scorporo proprietario pressoché totale (il cane a sei zampe scenderà sotto il 5%) ieri una prima accelerazione. Insieme alla neo-alleata belga Fluxys la Snam ha rilevato dall'Eni le partecipazioni nei gasdotti di interconnessione tra il continente europeo e l'Inghilterra: sul versante inglese il 16,41% in Interconnector limited, sul versante belga il 51% in Interconnector Zeebrugge Terminal scrl(IZT) e del 10% nella relativa società operativa Huberator Sa.

Il valore economico dell'operazione, che i due partner perfezioneranno pariteticamente entro la seconda metà del 2012, è di 150 milioni di euro. Ma ancora più significativo il valore strategico. L'Inghilterra, grande consumatrice di metano (100 miliardi di metri cubi l'anno, contro gli 80 miliardi italiani) sta continuando a produrre significative quantità di gas, ma entro il 2030 prevede di asciugare non poco le sue riserve e dovrà importare, integrandosi totalmente nel "polmone" europeo.

L'Interconnector, 235 chilometri di conduttura a 40 pollici tra Bacton e Zeebrugge, è già oggi perfettamente bidirezionale per oltre 20 miliardi di metri cubi l'anno verso il Belgio e addirittura 25 miliardi nella direzione opposta. Ed è collocato in una posizione strategica, nel cuore delle interconnessioni metanifere dell'Europa verso i grandi produttori-fornitori.
Si tratta «della prima importante tappa del percorso verso la creazione di una rete integrata del gas in Europa» rimarcano in una nota i due partner, che hanno imbastito un'alleanza a tutto tondo nel gennaio scorso.
«Fluxys sta conformando un hub del gas nel Nord Europa, e Snam proietterà la partnership verso la creazione di un hub nel sud del continente, con l'obiettivo di accrescere la flessibilità e la sicurezza degli approvvigionamenti» sottolinea l'ad di Snam, Carlo Malacarne, che in un'intervista a Radio 24 ha ribadito come «la riduzione della quota Eni non cambia le nostre strategie», anzi «può favorire la nostra politica di espansione in Europa». Pollice verso, invece, all'ipotesi di fusione con Terna (rete elettrica): «Non c'è alcuna sinergia, e non ha nemmeno un raziocinio industriale».
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