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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2012 alle ore 08:17.
A dicembre la richiesta lorda delle banche italiane alla prima asta di rifinanziamento a medio termine della Bce era stata pari a 116 miliardi, ma quella netta immessa nel sistema, dopo che le aziende di credito ne hanno utilizzato la metà per sostituire i finanziamenti a tre mesi e a un anno con quelli a trentasei mesi, era infine ammontata a 60 miliardi. Ieri, invece, le banche italiane hanno chiesto all'Eurotower 139 miliardi e ne hanno utilizzati una sessantina circa per allungare le loro scadenze sul lato del passivo. Come risultato, il finanziamento netto che arriverà al sistema italiano è pari a 80 miliardi, venti in più dell'asta precedente.E'tanto? E' poco? Certo, questa iniezione di liquidità proveniente dall'Eurotower non va considerata come un «un antibiotico a largo spettro» come non hanno mancato di far notare ieri i banchieri tedeschi.
Tuttavia queste cifre, secondo quanto era stato auspicato dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, qualche giorno fa a Città del Messico «permetteranno di mantenere un livello adeguato di finanziamenti all'economia» vale a dire consentiranno - come ha assicurato l'Abi- di evitare l'asfissia creditizia in un momento di recessione, che in Italia esiste ed è piuttosto dura, anche se oggi ci sono maggiori probabilità di venirne fuori rapidamente, rispetto a quante ne apparissero due o tre mesi fa. Fermo restando il fatto che, come ha chiosato lo stesso governatore della Banca centrale italiana «non ci sarebbe nulla di male a comprare titoli di stato». Del significato della maxi asta di rifinanziamento per le banche si è occupato ieri, del resto, anche il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli:«Lo scopo dell'operazione della Bce - ha spiegato - è dare liquidità al sistema che, visto il livello di incertezza, si stava avvitando verso un completo congelamento della liquidità». La finalità, ha aggiunto «è consentire alle banche di prendere decisioni in modo corretto senza distorsioni e di farle continuare a operare normalmente nell'economia reale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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