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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2012 alle ore 06:46.
MILANO
Sarà Federico Ghizzoni, probabilmente coadiuvato da una società di consulenza esterna, a sondare nei prossimi giorni umori e volontà degli azionisti in merito al nuovo presidente di UniCredit. È quanto è emerso ieri dopo la giornata di incontri che si è svolta nella sede di piazza Cordusio: di qui al 27 marzo il consiglio di amministrazione proseguirà nella definizione del profilo di consiglieri e presidente, un lavoro più teorico che pratico che sarà coordinato dal vicepresidente Vincenzo Calandra Buonaura; in parallelo, il ceo della banca porterà avanti in concreto le consultazioni con gli azionisti per approdare al nome e cognome del prossimo presidente, un'operazione che in banca si vorrebbe chiudere entro il 27 marzo, quando il cda esaminerà i conti 2011.
Una scelta non solo di metodo, quella di affidare a Ghizzoni insieme a una società esterna il compito di stilare la shortlist dei candidati a prendere il posto di Dieter Rampl, ieri presente a Milano per la riunione del comitato governance; a maggior ragione dopo l'aumento di capitale di gennaio, nell'azionariato di UniCredit è cresciuto il peso dei soci privati italiani e soprattutto stranieri (il primo azionista è il fondo Aabar, con il 6,5%), dunque il nome del successore di Dieter Rampl dovrà mettere d'accordo non solo le Fondazioni finora abituate a dettare la linea, da Crt a Cariverona, ma anche i soci che hanno confermato o addirittura aumentato il proprio impegno sulla banca. Una mediazione complessa, dunque, che ha spinto i consiglieri di UniCredit a investire direttamente il ceo, in questo momento in una posizione di forza, forse in tandem con una società di consulenza esterna (si fa il nome di Egon Zehnder).
Proprio il percorso per l'individuazione del nuovo presidente era stato illustrato ieri pomeriggio, prima del comitato governance, dallo stesso Ghizzoni ai rappresentanti delle Fondazioni maggiori azioniste della banca, vale a dire Andrea Comba e Giovanni Quaglia (Crt), Paolo Biasi (Cariverona) e Andrea Landi (Carimonte). Un incontro durante il quale il ceo ha spiegato come intenda muoversi per la costituzione del nuovo cda: a quanto si apprende, Ghizzoni avrebbe prospettato un consiglio ristretto a 19 o addirittura a 17 componenti (contro gli attuali 23), con maggiori spazi di rappresentanza per i soci privati. Possibile, a questo punto, che debbano rinunciare a un proprio consigliere le Fondazioni più piccole (Manodori, Banco di Sicilia , CrTrieste e Cassamarca), alle quali potrebbero tuttavia essere assegnati uno o due posti a rotazione.
Ieri pomeriggio negli uffici UniCredit si è visto anche il consigliere Farhat Omar Bengdara, ex governatore della Banca Centrale Libica, a conferma del fatto che le consultazioni con gli altri soci sono già avviate. Nel corso della riunione con le fondazioni non sono stati fatti nomi su chi potrebbe occupare la presidenza, nomi che invece continuano a essere al centro degli incontri informali e delle telefonate tra gli azionisti; è probabile che nella shortlist compariranno soluzioni italiane e straniere, tra le quali dovrebbero figurare anche alcuni dei nomi circolati più spesso in questi giorni, a partire da Gian Maria Gros-Pietro, Angelo Tantazzi e Letizia Reichlin. Ieri sera sono stati visti entrare a piazza Cordusio Andrea Orcel e Domenico Siniscalco: quest'ultimo si è affrettato a precisare che si trattava di «una normale visita d'affari», ma c'è chi considera l'attuale numero uno di Morgan Stanley in Italia tra i papabili per la presidenza UniCredit.
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