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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2012 alle ore 06:44.

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Una "alternativa semplice" per tirare fuori dai guai Premafin e la sua controllata Fonsai. Sator e Palladio hanno intitolato così il piano industriale, presentato ieri agli analisti, che sostiene la loro proposta di salvataggio del gruppo assicurativo alternativa a quella di Unipol. Per molti versi le cifre rispecchiano quelle "stand alone" messe a punto dalla stessa Fonsai e diffuse lunedì nel corso della assemblea che ha approvato la ricapitalizzazione della società. Addirittura i due fondi d'investimento hanno adottato in più punti stime più conservative rispetto a quelle della società e che contrastano ancora di più con l'ottimismo sfoderato nei giorni scorsi da Unipol nel "suo" progetto industriale relativo ai due gruppi integrati.
Matteo Arpe (Sator) e Roberto Meneguzzo (Palladio), presenti entrambi all'incontro con gli analisti, stimano in 420 milioni l'utile netto che Fonsai potrebbe realizzare nel 2015 a fronte della perdita di oltre un miliardo accumulata nel 2011. Il combined ratio - l'indicatore gestionale dei rami danni che misura il rapporto tra il totale delle spese ed i premi incassati - scenderebbe al 97 per cento. Ed il margine di solvibilità del gruppo (misurato attraverso le attuali regole prudenziali) si attesterebbero ad un livello di tutta sicurezza, al 160% del minimo.
Ieri le loro proposte hanno suscitato interesse - in oltre duecento si sono iscritti alla conference call - a dispetto della loro caducità. Il piano di salvataggio di Sator e Palladio, stando all'attuale timing di chi l'ha presentato, dovrebbe infatti scadere alla mezzanotte di giovedì. Ma sarà proprio così? A quale scopo compiere un accurato esercizio di stime, pur senza due diligence e utilizzando dati pubblici, quando nei prossimi giorni non sono prevedibili cambi di scenario e il progetto "in esclusiva" di Unipol continua ad essere l'unico su cui si sta lavorando? Ieri Arpe non ha scoperto le sue carte. «Ci auguriamo che la nostra proposta venga esaminata, non abbiamo alcun piano "b" o piani d'uscita», si è limitato a dire. È però immaginabile che la scadenza del piano Sator-Palladio verrà ulteriormente prorogata o congelata in attesa di possibili sviluppi della situazione. Ad esempio qualsiasi modifica della proposta di Unipol - ha ribadito ieri Arpe - farebbe cadere diritto all'esclusiva di cui gode la compagnia bolognese e, a quel punto, i due piani di salvataggio si potrebbero confrontare a viso aperto.
Il punto critico riguarda sempre l'inclusione di Premafin nella fusione a quattro con Unipol, Fonsai e Milano assicurazione. Un'integrazione prevista dai bolognesi ed invece drasticamente esclusa nel progetto Sator-Palladio. È una questione che potrebbe essere considerata rilevante anche dalla Consob nel decidere le esenzioni all'Opa chieste da Unipol. Una società già indebitata e di cui si chiede il salvataggio (Fonsai) verrebbe infatti caricata anche dei debiti della sua controllate. È forse anche in questo contesto che va valutato l'ulteriore esborso di 75 milioni annunciato dalla compagnia di Carlo Cimbri che ridurrebbe dello stesso ammontare l'indebitamento di Premafin destinato a scendere "a valle" nel nuovo aggregato assicurativo.
Tornando al piano di Sator e Palladio alcuni obiettivi andrebbero declinati con una concretezza che oggi, probabilmente, non può essere richiesta ai due fondi. Nei target, ad esempio, c'è la previsione di un incremento della raccolta danni mentre la compagnia, in questi mesi, la sta riducendo per migliorare la qualità del portafoglio. Anche la consistente riduzione degli immobili (la loro quota sul totale degli investimenti passerebbe dal 14,3 al 4 per cento) non potrebbe che avvenire gradualmente per evitare di generare forti minusvalenze e compromettere la redditività attesa.
Sul fronte Premafin, intanto, dovrebbe essere agli sgoccioli la trattativa con le banche per ottenere la confort letter sulla ristrutturazione dei debiti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PIANO PER FONSAI

160%
Margine di solvibilità
Secondo il piano industriale di Sator-Palladio, FonSai raggiungerebbe nel 2015 un margine di solvibilità del 160%
650 milioni
L'utile prima delle tasse
Il ritorno a una redditività sostenibile porterebbe a un utile pre tasse di 650 milioni
420 milioni
L'utile netto
La compagnia, con una raccolta premi danni di 7,4 miliardi e vita di 4,2 miliardi, raggiungerebbe un utile netto di 420 milioni nel 2015

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