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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2012 alle ore 06:42.

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Fonsai e Premafin crollano in Borsa e il gruppo assicurativo ha attaccato le indiscrezioni fatte circolare in questi giorni dai magistrati di Milano nelle quali, in pratica, si potrebbe configurare una manipolazione informativa ai danni del titolo. È un'accusa clamorosa, mai espressa con tanta veemenza da una società finita nell'occhio del ciclone e giunta al termine di una giornata pesante per le azioni della compagnia (-14,03% a 1,02 euro) e della sua controllante Premafin (-13,77% a 0,29 euro). Crolli che hanno fatto seguito ai ribassi, intorno al 6%, del giorno precedente. Ieri, infine, non è mancato un piccolo giallo. La Consob aveva richiesto a Premafin e Unipol di integrare, con la massima sollecitudine, le informazioni già rese note a fine gennaio sul loro accordo così da fornire al mercato una completa disclosure. Nonostante la richiesta perentoria, tuttavia, fino a tarda sera le due società non avevano ottemperato all'invito dell'authority.
La precisazione di Fonsai ha preso spunto dalle indiscrezioni sulle iniziative in corso della magistratura di Milano cui concordemente, martedì scorso, tutte le agenzie di stampa avevano attribuito tra virgolette (pur tacendo la fonte) un giudizio preoccupato: la situazione del gruppo Premafin-Fonsai è «allarmante» - dicevano quei rumor - e «più complicata» rispetto a quella del San Raffaele (il dissestato istituto ospedaliero dello scomparso don Verzé). Le parole erano state valutate dal mercato come foriere di possibili clamorosi sviluppi (anche il commissariamento del gruppo) con l'effetto di bloccare l'operazione di aggregazione in corso con Unipol.
Accostare la situazione di Fonsai - ha sottolineato ieri una nota ufficiale della compagnia – a quella di «note e gravi vicende giudiziarie» è «fortemente lesivo della propria reputazione». E sta producendo «impatti negativi» sull'andamento del titolo in Borsa. Fonsai ha ricordato «ancora una volta» l'esistenza di un piano di ricapitalizzazione «ampiamente noto al mercato» e si è augurata che «lo stato attuale e prospettico della società venga d'ora in avanti correttamente rappresentato». Per un chiarimento i legali del gruppo sono stati ieri a colloquio con il pm milanese Luigi Orsi che sta conducendo le indagini sul gruppo assicurativo.
Oggi, intanto, si riunisce Premafin per approvare i conti dell'esercizio e convocare l'assemblea degli azionisti per approvare il progetto di ricapitalizzazione riservato (400 milioni) al gruppo Unipol, la prima tappa della complessa operazione che, secondo i piani, porterà alla fusione delle due compagnie. La riunione doveva svolgersi già la scorsa settimana ma era stata rinviate per in attesa delle stime (da parte di Pwc e di Maurizio Dallocchio) sulla svalutazione della quota di maggioranza in Fonsai, il suo unico asset.
Secondo le indiscrezioni di questi giorni gli esperti avrebbero concordato di attestare intorno a 4 euro il valore unitario dei titoli Fonsai, un cifra inferiore ai 7,9 euro cui attualmente sono iscritti in bilancio. Ma assai più alta del prezzo corrente di Borsa. Va tuttavia notato che il valore implicito della partecipazione ricavabile dai prezzi di Borsa di Premafin a 3, 6 e 12 mesi, non si discosta granché da quella stima. Alle diverse scadenze varia tra 3,91 e 3,97 euro. Per giunta ad un prezzo ancora maggiore si giunge prendendo in considerazione le due offerte alternative sul pacchetto di maggioranza di Premafin avanzate da Unipol e da Sator-Palladio.
In particolare riproporzionando al 100% del capitale sociale di Premafin la quota di almeno il 65% che la compagnia bolognese intende acquisire attraverso il suo aumento di capitale riservato di 400 milioni, comprensivo del premio di controllo teorico, si giunge ad un valore implicito dell'azione Fonsai di 4,46 euro. Ed un numero ancora maggiore (4,49 euro) è "implicito" nell'offerta di Sator-Palladio.
Quanto alle liste per il rinnovo degli organi sociali alla prossima assemblea di Fonsai, quella di maggioranza messa a punto da Premafin ed UniCredit dovrebbe confermare i precedenti amministratori con l'eccezione dell'ex amministratore delegato Fausto Marchionni e l'avvocato Carlo D'Urso, che non vi faranno più parte. A fine giornata, poi, Sator e Palladio hanno comunicato candidati alla loro lista di minoranza. Saranno guidate dall'ex commissario della Consob Salvatore Bragantini per il Cda e da Giuseppe Angiolini per il collegio sindacale, di cui dovrebbe assumere la presidenza.
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