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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2012 alle ore 06:42.

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Telecom dà un taglio agli avviamenti e chiude i conti in rosso, ma pagherà ugualmente la cedola preannunciata a fine febbraio. Il consiglio di amministrazione, riunitosi ieri a Milano, ha infatti licenziato il bilancio 2011 con un risultato netto consolidato negativo per 4,726 miliardi e una perdita di 3,57 miliardi per la Spa capogruppo. Effetto contabile della svalutazione dei goodwill che è stata aumentata a un totale di 7,3 miliardi, rispetto ai 3,2 miliardi già iscritti a fine giugno, in dipendenza del deteriorarsi del contesto economico generale nella seconda metà dello scorso anno, con l'Italia investita in pieno dalla crisi del debito sovrano.
Il presidente Franco Bernabè ha spiegato infatti che «l'aumento del costo del capitale, determinato dalla crescita dei tassi d'interesse, ha portato a una revisione al ribasso del valore attualizzato dei flussi di cassa futuri utilizzati per determinare il valore dell'avviamento». E di conseguenza «si è dovuto procedere a una svalutazione di parte del valore dell'avviamento formatosi a seguito delle operazioni Olivetti/Telecom Italia del '99 e 2003 e di acquisizione delle minoranze di Tim nel 2005». L'impairment test, effettuato a fine giugno, e ripetuto a fine dicembre, ha tenuto conto di questo contesto e, di riflesso, del peggioramento delle aspettative sulle prospettive del mercato domestico delle tlc. Le svalutazioni – ha assicurato però Bernabè – «non pregiudicano il rispetto della politica dei dividendi annunciata nel piano 2012-2014».
Per quest'anno si attingerà alle riserve per distribuire i 900 milioni di dividendi annunciati. La cedola, in pagamento dal 24 maggio, sarà pari a 4,3 centesimi per le azioni ordinarie e a 5,4 centesimi per le risparmio. Comunque resteranno 7 miliardi di riserve disponibili per eventuali future esigenze.
Senza le rettifiche contabili dovute all'effetto dell'impairment test e le altre poste straordinarie, l'esercizio 2011 si sarebbe chiuso con un risultato positivo per 2,6 miliardi, sostanzialmente in linea con il 2010 in termini comparabili. Dal calcolo è escluso l'impatto positivo dell'acquisizione del controllo di Sofora, holding a monte di Telecom Argentina, e il beneficio di oltre 600 milioni di euro derivante dal riconoscimento in Brasile di imposte differite attive e altre partite non ricorrenti.
A livello di gruppo, il 2011 si è chiuso con 29,957 miliardi di ricavi, in aumento dell'8,7% rispetto all'anno prima, con una variazione "organica" positiva del 2,7%. L'Ebitda consolidato è cresciuto del 7,3% a 12,246 miliardi, mentre l'Ebitda organico, in linea con il 2010, ammonta a 12,339 miliardi con un'incidenza sui ricavi scesa di 1,1 punti al 41,2%, principalmente per effetto del maggior peso acquisito dalle partecipate sudamericane, che sono il motore della crescita del gruppo, ma presentano una marginalità inferiore rispetto a quella del mercato domestico, dove Telecom è l'incumbent. Sul mercato domestico i ricavi si sono attestati a 19 miliardi (-5,2%), l'Ebitda a 9,24 miliardi (-1,6%).
Gli investimenti industriali sono aumentati nell'anno del 33% a 6,095 miliardi, principalmente per l'acquisto dei diritti sulle frequenze Lte (telefonia mobile di quarta generazione) per un importo di 1.223 milioni. Il free cash-flow operativo si attesta a 5,767 miliardi, 446 milioni in meno dell'anno prima. Senza considerare l'effetto dell'asta delle frequenze Lte e il settlement fiscale sulla vicenda Sparkle, il flusso di cassa operativo del business evidenzia un miglioramento di 388 milioni, grazie anche all'ingresso nel perimetro di consolidamento delle attività in Argentina.
L'indebitamento finanziario netto rettificato cala di 1054 milioni a 30,414 miliardi, ma, segnala la nota del gruppo, senza l'investimento nelle frequenze la riduzione del debito sarebbe stata doppia. L'indebitamento netto contabile cala invece di 1.268 milioni a 30,819 miliardi. Sul versante della liquidità, Telecom ritiene di essere in grado di coprire ampiamente i fabbisogni del rimborso del debito dei prossimi 24 mesi. Il margine al 31 dicembre scorso era pari a 14,7 miliardi, di cui 7,7 miliardi di cassa e 7 miliardi di disponibilità su linee di credito non revocabili.
Per l'intero esercizio, confermate le indicazioni del piano, con ricavi ed Ebitda stabili e un indebitamento finanziario netto rettificato di 27,5 miliardi.
L'assemblea, convocata per il prossimo 15 maggio, oltre al bilancio dovrà approvare anche, per la prima volta, la politica di remunerazione di amministratori e dirigenti e ratificare la cooptazione in cda di Lucia Calvosa e Massimo Egidi al posto di Ferdinando Beccalli Falco e Francesco Profumo.
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IL SOLE 24 ORE DI IERI

L'anticipazione
Sul «Sole 24 Ore di ieri l'anticipazione dell'impatto delle svalutazioni degli avviamenti sui conti di Telecom Italia: dopo il taglio già annunciato a luglio, ecco un nuovo intervento sui «goodwill».
Ieri il gruppo ha ufficializzato la mossa rivelando un abbattimento totale superiore ai sette miliardi di euro: la manovra ha portato in bilancio a un «rosso» pari a 4,7 miliardi. Nonostante questo il board ha deciso di erogare un dividendo agli azionisti pari a 4,3 centesimi per le ordinarie.

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