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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2012 alle ore 14:34.

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Rim torna all'antico: per i BlackBerry l'obiettivo sono le aziendeRim torna all'antico: per i BlackBerry l'obiettivo sono le aziende

L'ennesima trimestrale negativa, fortemente inferiore alle aspettative, ha probabilmente indotto il Ceo di Research in Motion, Thorsten Heins, ad accelerare i cambiamenti di strategia per la casa canadese, da tempo in difficoltà nel reggere il confronto con Apple e Google in campo smartphone. Il bilancio del quarto periodo dell'esercizio fiscale è andato infatti in archivio con una perdita di 125 milioni di dollari (rispetto ai 934 milioni di utile di dodici mesi fa) e con ricavi in discesa del 25% a 4,2 miliardi di dollari. Il buco più evidente, però, è alla voce BlackBerry, le cui consegne sono cadute dell'80% nel raffronto anno su anno per superare di poco quota 11 milioni. E non molto meglio hanno fatto i tablet PalyBook, per cui l'asticella del venduto si è fermata a 500mila unità, al cospetto dei circa 15 milioni di iPad che Apple ha venduto negli ultimi tre mesi del 2011.

Motivi sufficienti per costringere il numero uno della compagnia a una dichiarazione che per alcuni aspetti sa molto di consapevole resa – nonostante le dichiarazioni di "riparazione" diffuse oggi dai portavoce della società - almeno nel segmento di mercato storicamente meno congeniale per Rim, quello consumer. La concorrenza, questo il succo del nuovo cambio di rotta, è troppo forte ed è quindi vitale per la società ri-focalizzarsi sul business delle aziende e capitalizzare la popolarità dei BlackBerry nel comparto enterprise.

Niente più battaglia quindi con l'iPhone e gli smartphone Android nel "mass market" e niente più nuovi sviluppi in direzione di prodotti (come l'atteso London con schermo touch) in grado di solleticare l'attenzione dei consumatori hi-tech? Dallo statement di Rim, niente di tutto questo: "continueremo a puntare sui nostri punti di forza anche del segmento consumer e sebbene abbiamo annunciato di rifocalizzarci sul business enterprise abbiamo anche dichiarato che il nostro successo passa anche dall'offerta consumer". Offerta che dovrebbe registrare in estate il lancio della piattaforma BlackBerry 10 - il cui primo esemplare arriverà sul mercato dopo l'iPhone 5 e il nuovo Galaxy S III di Samsung – e che per i prossimi dodici mesi vedrà Rim spingere i BlackBerry 7, di cui sono attesi nei prossimi mesi nuovi modelli per il segmento entry level.

Rim, nella sostanza, sembra però tornare al passato, alla strategia che per anni è stata perseguita dai due co-Ceo alla guida della compagnia, Mike Lazaridis e Jim Balsillie (che ieri ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio di amministrazione al pari del Chief technology officer per la parte software e del Chief operating officer per le global operations). L'ipotesi di abbondonare il mercato consumer non sembra comunque convincere gli analisti e quelli di Enderle Group in particolare hanno parlato apertamente di rischio fallimento per la compagnia, giustificando la "sparata" in modo logico. I dispositivi mobili sono l'emblema di quella rivoluzione che si chiama "It consumerization", un fenomeno che ha praticamente annullato il confine fra mondo consumer e mondo enterprise, che sono ormai la stessa cosa o quasi.

Da qui la sensazione che in casa Rim si stia cercando di rallentare una crisi di risultati che appare per certi versi inevitabile, o comunque che vede poche possibilità di inversione di tendenza (vuoi anche per le forti pressioni alla vendita di alcuni asset da parte degli azionisti e l'impossibilità di mantenere fedeli importanti clienti istituzionali statunitensi).

La società è quindi al bivio. Al momento ha ancora dalla sua una posizione rilevante nel mercato aziendale degli smartphone sebbene la crescita di popolarità fra manager e professionisti dei prodotti iOs o Android sia evidente. Ma è necessario, a detta degli analisti, che Rim apporti cambiamenti radicali al proprio modello di business. A cominciare, come qualcuno sostiene, dalla scelta di tirare i remi in barca nei tablet o da quella di prendere in considerazione l'ipotesi di abbracciare una piattaforma di terze parti (Google Android?) rinunciando allo sviluppo della propria.

"It's clear to me substantial change is what we need": le parole pronunciate ieri da Thorsten Heins ricordano da molto vicino quelle espresse pubblicamente dal numero uno di Nokia, Stephen Elop, nei mesi precedenti l'annuncio dell'alleanza con Microsoft. E tutti sanno la sorte toccata al sistema operativo Symbian, fino a 18 mesi fa il software più diffuso a bordo degli smartphone.

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