Facebook accusa Yahoo della violazione di dieci brevetti: nel mirino sono le piattaforme per la gestione degli annunci pubblicitari, il social network per appassionati di fotografia Flickr e il portale del rivale su internet che negli Stati Uniti è la principale meta dei navigatori online. Nelle precedenti settimane il social network aveva acquistato 750 documenti di proprietà intellettuale da Ibm: in questo modo ha arricchito il suo archivio anche con documenti antecedenti alla sua fondazione nel 2004.

È in attesa di sbarcare in Borsa: ha presentato un dossier preliminare alla Sec, equivalente della Consob in Italia. Secondo gli analisti finanziari potrebbe raggiungere una valutazione complessiva fra 75 e 100 miliardi di dollari, raccogliendo sul mercato cinque miliardi di dollari: in una recente asta nel mercato secondario di Sharepost alla fine di marzo ha ottenuto una valutazione di 102,8 miliardi di dollari, rispetto ai circa 93 miliardi di dollari alla fine di febbraio.

È l'ultimo capitolo di una battaglia legale iniziata da Yahoo: aveva puntato il dito contro il social network per non aver rispettato i suoi brevetti. Poi la decisione di ricorrere alle aule giudiziarie. In un messaggio afferma che le accuse appena mosse non sono fondate. Già nel 2004 aveva accusato Google in vista della sua quotazione in Borsa e aveva raggiunto un accordo. Il colosso online prevede di licenziare duemila persone. Di recente ha perso il primato nel mercato degli annunci pubblicitari display, sorpassato da Facebook.

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