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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2012 alle ore 07:48.

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Un via vai di denaro tra le società della famiglia Ligresti e le compagnie assicurative quotate del gruppo. Dalla Milano alla Fonsai alla Premafin. Un fiume di denaro che sgorgava da anni e che aveva però una caratteristica. I flussi erano prevalentemente a senso unico: cioè in uscita dalle quotate assicurative e in entrata verso le società di Salvatore Ligresti e figli.

Come se Fonsai, Milano e Premafin fossero dei veri e propri bancomat cui i Ligresti attingevano liquidità per finanziare i propri progetti immobiliari. Non c'è solo Fonsai che ha visto nel 2008-2010 pagare oneri per 413 milioni a favore appunto delle società riconducibili alla famiglia, incassando proventi per soli 178 milioni con un saldo netto a sfavore di Fonsai per 235 milioni. Basta salire a monte della catena, cioè in Premafin, per accorgersi che i volumi erano fin maggiori. Nel bilancio 2010 per la prima volta Premafin è costretta a dettagliare i flussi verso la famiglia del finanziere siciliano. Ebbene in quell'anno escono dalle casse di Premafin ben 146 milioni, mentre ne entrano dalle parti correlate soli 33. E il confronto con il 2009 è ancora più inquietante. L'anno prima i soldi in uscita sempre diretti alle varie Sinergia e Imco sono di 280 milioni con denaro in entrata per soli 33 milioni.

Quei 360 milioni ai Ligresti
Sommateli e avrete che in soli due esercizi (il 2009 e il 2010) fuoriesce liquidità netta dalle casse della Premafin quotata per 360 milioni di euro. In quei due anni Premafin mette a segno perdite consolidate per 1,3 miliardi. Ma il vizietto di usare la Premafin e a cascata le altre società assicurative quotate come rifornimenti per gli affari immobiliari della famiglia durava da anni.

1,5 miliardi dal 2005 al 2010
Nel 2008 il complesso delle attività di Premafin nei confronti delle parti correlate è stato di 371 milioni con passività per soli 68 milioni. Le attività sempre verso gli interessi della famiglia sono di 216 milioni nel 2007; di altri 174 nel 2006 e di 67 milioni nel 2005. Un flusso sistematico e di grandi proporzioni che fa sì che tra il 2005 e il 2010 Premafin si trovi esposta nel finanziare attività della famiglia per oltre 1,5 miliardi. Già ma tutto questo giro di denaro a cosa serviva? Di fatto lo schema era il seguente. Le compagnie quotate, da FonSai a Milano alla Premafin, cedevano terreni edificabili alle Imco e Sinergia o altre controllate della famiglia. I Ligresti edificavano e avrebbero rivenduti gli immobili alle stesse società a prezzi prestabiliti. Quei prezzi, come ha denunciato il fondo Amber, spesso erano soggetti a incrementi per modifiche in corso d'opera. E così la famiglia con una mano comprava, con l'altra rivendeva allo stesso soggetto. Le quotate del gruppo. Chi guadagnava dall'affare? È quello che si stanno chiedendo i magistrati.

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