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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2012 alle ore 07:48.

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Unipol va all'attacco di Sator e Palladio. La compagnia assicurativa ha dato mandato ai propri legali per tutelarsi rispetto alle affermazioni contenute nel comunicato stampa diffuso dalle due società a valle dell'offerta presentata dalla compagnia delle Coop alla holding Premafin. La decisione è stata presa in una fase cruciale della trattativa per il maxi riassetto. Domani si terranno infatti i cda di Fondiaria e Milano Assicurazioni che, con ogni probabilità, saranno chiamati ad approvare un range di concambi.

Il tutto mentre sullo sfondo si sta muovendo la Procura di Milano che ha chiesto il fallimento delle holding di Salvatore Ligresti, Sinergia e Imco, e ha intenzione di andare a fondo riguardo l'assetto societario di Premafin e quel 20% detenuto da due trust. In ragione di ciò i Ligresti hanno precisato ieri che a loro fa capo direttamente solo il 51%,87% della holding e non il 70% come invece gli viene attribuito. Su quel 20% in più detenuto da due trust Consob ha condotto un'indagine approfondita concludendo che tra il 1993 e il 2003 quei "veicoli" erano riconducibili alla famiglia Ligresti e per il periodo successivo lo sono «presumibilmente».

Nel frattempo, la Borsa ha emesso il suo primo verdetto rispetto all'offerta presentata da Bologna: rally per FonSai, Unipol e Milano Assicurazioni, mentre Premafin ha ceduto il passo. All'indomani del via libera del cda della holding alla proposta Unipol per dar vita al primo gruppo assicurativo italiano nel ramo danni, la Borsa ha reagito premiando le società industriali. Fondiaria-Sai ha chiuso in rialzo del 38,89% a 1,15 euro, beneficiando per lo più della valutazione implicita da 3,6 euro che emerge dalla proposta fatta a Premafin, Unipol è balzata del 23,73% a 24,56 euro e Milano Assicurazioni del 17,17%. Premafin, e per certi aspetti non poteva essere diversamente, anzi il crollo è stato meno pesante del previsto, ha chiuso con un -5,85% a 0,2751 euro, ancora distante da quei 0,195 euro indicati da Unipol come prezzo per l'aumento di capitale riservato da 400 milioni. Oltre a questo, Bologna ha messo sul tavolo anche una proposta in tema di concambi, ossia che a valle dell'integrazione Ugf dovrà avere il 66,7% dell'agglomerato.

FonSai si sta proprio applicando su questo tema. In particolare, sta valutando i singoli asset per capire se può giungere a quel risultato o quantomeno a identificare una forchetta che comprenda quel risultato. Come noto, nei giorni giorni scorsi le parti divergevano su questo aspetto, tanto che Fonsai ipotizzava in capo a Ugf una partecipazione massima nell'agglomerato del 60% contro la soglia minima del 70% individuata da Unipol. Una gap che ora va sanato ma rispetto al quale FonSai si muoverà in autonomia. Di certo, se giungerà alla medesima conclusione di Premafin questo darà alle Autorità competenti lo spunto necessario per procedere nelle istruttorie e alle società coinvolte l'input per procedere con la tabella di marcia del maxi riassetto.

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