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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2012 alle ore 06:43.
MILANO. Alcuni numeri dei bilanci FonSai potrebbero essere diversi dalla realtà dei fatti. È questo il sospetto dell'Isvap (l'autorità di vigilanza delle assicurazioni) che ieri ha presentato una nuova denuncia alla Procura di Milano. Al centro dell'esposto, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, ci sarebbero le riserve tecniche relative all'Rc Auto: nel bilancio 2011 di FonSai ammontano a 9,8 miliardi mentre nell'esercizio 2010 erano di 9 miliardi, ma l'Isvap sospetta che la realtà sia diversa. Insomma, ci sarebbe una differenza rilevante tra ciò che appare e la sostanza. Differenza, per l'Isvap ancora da accertare, nell'ordine di milioni di euro.
È lo stesso Alessandro Cassiani, l'avvocato dell'autorità di vigilanza, a sottolineare che le informazioni fornite da FonSai alla vigilanza «non sarebbero corrispondenti alla realtà». La denuncia è generica e il pm Luigi Orsi dovrà appurare se i dubbi dell'Isvap siano fondati, ma questo rischia di mettere il bastone tra le ruote all'integrazione tra FonSai e Unipol. Una eventuale variazione delle riserve potrebbe infatti incidere sui rapporti di concambio e dunque sulla fusione stessa.
La nuova denuncia arriva il giorno dopo la richiesta di fallimento depositata dal pm Orsi nei confronti di Sinergia e Im.Co, le due società-chiave della famiglia Ligresti: la prima perché detiene il pacchetto di maggioranza di Premafin-FonSai, la seconda perché custodisce i segreti di tutte le operazioni immobiliari finite sotto la lente della Procura. Le udienze sulle istanze si svolgeranno il 2 maggio di fronte ai giudici Roberto Fontana (per Sinergia) e Filippo D'Aquino (per Im.Co).
I problemi per entrambe le società vertono sulla mancanza di liquidità. Già lo stesso presidente di Sinergia, in una memoria, aveva calcolato che la holding «per proseguire l'attività fino al 2014» ha bisogno di liquidità per 51 milioni di euro. I numeri dell'istanza di fallimento confermano questa mancanza di ossigeno. Im.Co ha debiti scaduti per 26 milioni di euro ma cassa per 2,6 milioni. Su Im.Co grava anche un rischio di contenzioso fiscale che si aggira tra i 16 e i 20 milioni di euro. Non migliore la situazione di Sinergia.
Nella richiesta di fallimento il Pm Orsi ha annotato anche un altro elemento: «La Consob ha segnalato che enti giuridici esteri acquistavano titoli Premafin in asta di chiusura determinando il rialzo del prezzo artificioso» delle azioni della società. Ad acquistare erano due Trust che hanno il 20% di Premafin, gestiti da Giancarlo De Filippo, persona vicina al gruppo Ligresti
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