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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2012 alle ore 06:44.

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FIRENZE
Una riorganizzazione della struttura operativa, con l'arrivo di qualche manager esterno. Il varo del piano industriale di gruppo e un colpo d'acceleratore alla vendita di Biverbanca, entro maggio. L'assemblea di Banca Mps, in calendario domani a Siena, oltra a sancire la svolta "tecnica" al vertice - con l'arrivo di Alessandro Profumo nel ruolo di presidente e l'assegnazione al direttore generale Fabrizio Viola dell'incarico anche di amministratore delegato - di fatto rappresenta uno spartiacque nella storia secolare dell'istituto di credito di Rocca Salimbeni.
La novità non è costituita da una leadership esterna al sistema di potere locale. Era già accaduto con Luigi Spaventa (presidente nel 1997-98) o Vincenzo De Bustis (direttore generale dal 2000 al 2003). È la prima volta, però, che l'intera governance risponde a una «scelta di discontinuità col passato», come ha detto a più riprese lo stesso sindaco di Siena, il democratico Franco Ceccuzzi, principale referente della Fondazione Mps (nomina la metà dell'organo d'indirizzo), nel cui portafoglio si trova il 36,5% di Banca Mps.
È seguendo questa logica che l'azionista di maggioranza presenterà in assemblea i suoi sei (su 12) candidati per il consiglio d'amministrazione: Paola Demartini, Tania Groppi, Angelo Dringoli e Marco Turchi, oltre naturalmente a Profumo a Viola. Per il collegio dei sindaci, i nomi sono Paola Serpi e Claudio Gasperini Signorini. La colorazione politica non è proprio scomparsa: Demartini e Serpi sarebbero stati indicati dalla corrente cattolica del Pd che si riconosce nel leader del consiglio regionale toscano Alberto Monaci; la famiglia di Turchi, che tra l'altro sarà uno dei due vice presidenti, è considerata vicina a Massimo D'Alema. E gli altri due nomi non dispiacciono a una parte dell'opposizione. Ma una cesura con il passato c'è stata e ha portato all'esclusione di Alfredo Monaci (fratello di Alberto) e a una frattura difficile da ricomporre all'interno del Pd senese.
La seconda lista per il board Montepaschi fa capo a Unicoop Firenze, Finamonte (famiglia Aleotti) e 58 azionisti pugliesi guidati da Lorenzo Gorgoni: ne fanno parte Turiddo Campaini (candidato a essere vice di Profumo), Alberto Giovanni Aleotti, Michele Briamonte, lo stesso Gorgoni e Pietro Giovanni Corsa. Come sindaco, Paolo Salvadori. La terza lista è di Axa e propopne Frédéric Marie de Courtois, Paolo Andrea Rossi e Alban De Mailly Nesle.
Il numero uno della Fondazione Mps, che non avrebbe voluto Profumo (ma soprattutto avrebbe voluto Monaci alla vice presidenza), quasi certamente proporrà di tagliare del 20% i compensi degli amministratori (lo avrebbe fatto in ogni caso). E chiederà garanzie di un rapido ritorno alla redditività, dopo i 4,6 miliardi di rosso bilancistico del 2011 (dovuti principalmente alle svalutazioni). L'assemblea saluterà infine l'uscita di Giuseppe Mussari, al vertice per sei anni e artefice delle scelte più importanti di questo periodo. Da domani inizia l'era di Profumo.
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