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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2012 alle ore 08:18.

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di Riccardo Sabbatini
Le Generali si preparano a vivere un'assemblea senza Mediobanca. Non in platea dove il rappresentante di Piazzetta Cuccia farà naturalmente valere la quota di maggioranza relativa (14%) che la banca milanese detiene da sempre nel Leone triestino.

Quanto nel consiglio di amministrazione che si riunirà subito dopo il meeting e nel quale le sedie dei rappresentanti di Mediobanca rimarranno vuote dopo le dimissioni dovute al decreto sui "doppi incarichi" , e non ancora rimpiazzate, di Alberto Nagel e Saverio Vinci. È l'eco degli avvenimenti in corso nella finanza italiana in un'assemblea che, per una volta, non si svolge sotto i riflettori.

L'attenzione in questi giorni si concentra piuttosto sulla discussa operazione di integrazione tra Unipol e Fonsai e sul decreto contro i tanti manager condivisi nelle società quotate italiane. Temi che hanno un impatto diretto sulle attività e sul reticolo di relazioni di Mediobanca e dunque lambiscono direttamente anche la sua principale partecipata.
Generali ha il ruolo di osservatore interessato nella vicenda Unipol-Fonsai e, nell'immediato, si avvantaggia delle difficoltà del suo principale competitor nella RC auto (Fonsai) proprio mentre il mercato dell'assicurazione obbligatoria è tornato profittevole e ricomincia a macinare utili. Anche per Trieste. La conferma giungerà probabilmente dal group ceo Giovanni Perissinotto che oggi fornirà come di consueto in assemblea le anticipazioni sul primo trimestre dell'anno. Oltre al miglioramento degli indicatori tecnici è atteso anche un rimbalzo del mercato vita, in cui le Generali sono il primo operatore europeo (per raccolta netta) e che lo scorso anno aveva particolarmente patito le conseguenze della crisi.

I problemi stanno altrove. Gli azionisti del gruppo triestino si riuniscono dopo un anno avaro di soddisfazioni in cui gli utili sono diminuiti a 856 milioni (soprattutto a causa delle svalutazioni) ed il titolo (da fine aprile 2011) ha perso il 33,9% del suo valore rispetto al -18,3% di Allianz , il -29,2% di Axa ed il -14,1% dell'indice di settore Stoxx. In queste cifre si misurano le difficoltà macroeconomiche dell'area euro e il maggiore "rischio Italia" che si riverbera in un gruppo con un portafoglio di 50miliardi di titoli governativi della Repubblica. Le Generali hanno annunciato recentemente una modifica delle loro policy di investimento per collegare maggiormente gli acquisti di obbligazioni in un paese agli impegni assicurativi che il gruppo detiene nella medesima area.

È probabile che Perissinotto fornisca maggiori dettagli su questo punto. Dalla capacità della compagnia di immunizzarsi, almeno in parte, dal difficile contesto dei mercati dipende, in fondo, anche il recupero del suo titolo in Borsa. È la speranza di molti soci, fra cui Vincent Bolloré: «Ho scelto Generali rispetto a Mediobanca - ha spiegato il finanziere che ha mantenuto il posto nel consiglio del Leone - perché sono da più tempo in Mediobanca, da una decina d'anni, da molto meno invece in Generali. Ho l'impressione che in Generali ci sia ancora un gran lavoro da fare e quindi penso forse di poter dare qui un maggior contributo».

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