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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2012 alle ore 11:48.

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La liquidità a disposizione delle famiglie italiane continua ad abbassarsi e sono sempre di più le persone che scelgono di "ridursi" lo stipendio, destinandone una parte al rimborso dei debiti; secondo il broker Prestiti.it le richieste di cessione del quinto dello stipendio o della pensione rappresentano ormai il 16,4% del totale dei finanziamenti richiesti, in crescita rispetto al 13% della rilevazione 2011.

La cessione del quinto è un particolare strumento finanziario, riservato a lavoratori dipendenti e pensionati, che permette di ottenere liquidità, da restituire attraverso la cessione alla banca di una quota del proprio stipendio mensile netto che può arrivare fino al 20% (un quinto, appunto).
«La crescita di questo fenomeno – dichiara Marco Giorgi di Prestiti.it –è particolarmente significativa: se il costo del "carrello della spesa" è salito, negli anni, più dei livelli dell'inflazione, il bisogno di liquidità viene sempre più supportato da strumenti di finanziamento "sicuri", come la cessione del quinto, che danno agli istituti di credito maggior tranquillità nel rimborso».

L'identikit del richiedente
Dall'analisi condotta su oltre 20mila domande di prestito giunte nei primi tre mesi del 2012, Prestiti.it ha potuto tracciare il quadro della richiesta media: a voler cedere un quinto dello stipendio sono soprattutto uomini, che rappresentano il 74% del campione contro il 26% delle donne; l'età media al momento della richiesta è piuttosto elevata, 44 anni: tre anni in più rispetto al richiedente tipo di un finanziamento. Il motivo è legato alle particolari restrizioni imposte dalle banche, che accettano solo domande a basso rischio di insolvenza, quindi fatte da lavoratori a tempo indeterminato o pensionati. Proprio questi ultimi rappresentano una parte cospicua del totale di chi richiede questo tipo di finanziamento: il 15%. Il 49% del totale, invece, è un dipendente privato, il 32% un dipendente pubblico o statale. L'importo medio richiesto, infine, è di circa 20mila euro da restituire in poco più di sei anni.

Al Sud gli importi più alti
Per quanto riguarda le differenze lungo lo stivale, pur in una generale uniformità di comportamento nel ricorso a questa forma di finanziamento, quello che si nota è che man mano che ci si sposta più a Sud salgono gli importi medi richiesti: segno evidente che le difficoltà maggiori e un bisogno più forte di liquidità arrivino dalle Regioni meridionali.
Guidano la classifica degli importi medi richiesti, infatti, la Calabria e la Puglia, entrambe con 22.500 euro; seguono la Sicilia – con 21.500 euro – e la Campania, con 21mila euro. La richiesta più bassa viene dal Trentino-Alto Adige, con soli 16.500 euro.
Altro dettaglio interessante è nell'età media al momento della richiesta: i più anziani sono proprio i calabresi, che chiedono un prestito a 47 anni; seguono abruzzesi e campani, che hanno mediamente 46 anni. I più giovani, di contro, sono i cittadini del Trentino-Alto Adige, che hanno 40 anni, e quelli dell'Emilia Romagna, che ne hanno in media 41.


Di seguito la classifica delle Regioni italiane in base all'ammontare medio richiesto (dati in euro):

Calabria 22.500
Puglia 22.500
Sicilia 21.500
Campania 21.000
Sardegna 20.500
Abruzzo 20.000
Lazio 20.000
Veneto 19.000
Emilia Romagna 18.500
Marche 18.500
Toscana 18.500
Friuli Venezia Giulia 18.500
Liguria 18.000
Lombardia 18.000
Piemonte 17.000
Umbria 17.000
Trentino Alto Adige 16.500
Basilicata n.d.
Molise n.d.
Valle d'Aosta n.d.

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