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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 06:42.

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Scivolone di Mediaset nella prima parte del 2012. Con utili quasi azzerati in Italia, rimangono i profitti di Telecinco a cercare di mitigare l'impatto della crisi. Il bilancio del colosso tv a fine marzo chiude con una caduta dell'85% dei profitti, scivolati da 68 a 10 milioni. Numeri che confermano, nei fatti, l'allarme utili per il 2012 già lanciato a marzo: i profitti saranno più bassi di quelli del pur difficile 2011. E che oggi hanno affossato il titolo in borsa, sospeso per eccesso di ribasso (-12%).

Per anni, mentre la carta stampata perdeva terreno, la tv è stato l'unico baluardo all'impoverimento dell'industria dei media: ora anche il gruppo presieduto da Fedele Confalonieri e guidato da Piersilvio Berlusconi è investito dalla recessione. Il giro d'affari scende del 13% a 977 milioni da 1,12 miliardi del 2011.

Ma il grosso del contraccolpo è sulla marginalità: l'utile operativo lascia sul terreno circa 100 milioni e cade a 39 milioni con un calo del 71 per cento. Il margine è appena il 4%, dal 12,2% del 2011. L'ultima riga di bilancio mostra un utile di 10,3 milioni, la metà di quelli attesi dal mercato, contro i 68,4 dell'anno scorso. C'è anche qualche segnale positivo: i debiti scendono di un centinaio di milioni (da 1,77 a 1,67 miliardi) grazie un'abbondante generazione di cassa (256 milioni contro i 160 milioni del 2011).

Il malato grave è l'Italia, dove il mercato pubblicitario è in mezzo alla bufera: la raccolta accusa un calo del 10% e sarà così per almeno i primi cinque mesi dell'anno ha anticipato Luigi Colombo della concessionaria Publitalia. Gli introiti pubblicitari sono scesi a 623 milioni dai 693 di dodici mesi prima. Non ci sono quasi utili, praticamente azzerati, a 1,5 milioni contro i 51 dell'anno scorso.

Soffre anche la pay-tv: Mediaset Premium ha visto calare i ricavi da 135 a 131 milioni. La tv a pagamento, ha osservato il cfo Marco Giordani, «è in calo forse per la prima volta nella sua storia per le condizioni dell'economia. Nelle nostre stime anche Sky sta arretrando in modo analogo». Per contrastare il trend di abbonati in contrazione, la strategia sarà di avere meno clienti ma che singolarmente spendono di più. Nota positiva la nuova divisione Ei Towers (per la prima volta consolidata dentro al gruppo) ha apportato 56 milioni di ricavi aggiuntivi (in crescita rispetto a 38,96 del 2 quando era ancora la Dmt di Alessandro Falciai). L'annunciato pianto di taglio dei costi, indispensabile per recuperare margini in un contesto di consumi in calo ha già dato qualche primo effetto perché nei primi tre mesi i costi operativi sono scesi del 4,4% a 466 milioni. A mitigare il brusco calo dell'Italia, l'andamento della Spagna, dove il rallentamento è stato meno vistoso: anche nella penisola iberica scendono i ricavi (da 266 a 218 milioni), ma Telecinco ha regalato un utile di 21,1 milioni, dimezzato sì dai 40 dell'anno prima ma sostanziosi rispetto al risicato milione e mezzo dell'Italia.

Quanto alla questione delle frequenze tv, c'è da aspettare cosa deciderà l'Agcom. «Al momento - ha affermato Giordani - non conosciamo tempi, procedure e prezzi. Tutto può accadere. Se le frequenze, come leggiamo sui giornali, saranno per tre anni non siamo interessati, se saranno perenni sì».

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