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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2012 alle ore 06:45.
La Banca centrale cinese nel corso del 2011 potrebbe aver acquistato 70 tonnellate di oro per accrescere le sue riserve auree. A rivelarlo al Sole 24 Ore è stato Marcus Grubb, managing director del World Gold Council (Wgc), organizzazione finanziata dalle società aurifere, che è considerata la fonte più autorevole di statistiche sul mercato dell'oro.
L'ipotesi di Grubb è frutto di un'analisi di dati che il Wgc conta di pubblicare la settimana prossima, nel rapporto trimestrale sulla domanda. «Quando mettiamo a confronto le stime su produzione locale e importazioni cinesi con quelle relative alla domanda, i conti non tornano», ha spiegato Grubb in un'intervista a margine della presentazione di un nuovo prodotto di Etf Securities (un Etf su oro fisico custodito in Svizzera). «Tra domanda e offerta c'è una discrepanza dell'ordine di 50-70 tonnellate, che pensiamo sia da attribuire ad acquisti della Banca centrale, anche se in teoria potrebbe essere stato qualche altro soggetto ad accumulare oro: un fondo sovrano, ad esempio».
Non sorprende che l'ipotetico aumento delle riserve auree non sia finora emerso dalle statistiche del Fondo monetario internazionale o dello stesso World Gold Council. Pechino non ha infatti l'abitudine di comunicare tempestivamente i propri acquisti: le ultime notizie ufficiali sulle sue riserve auree risalgono ad aprile 2009, quando rese noto a sorpresa di aver acquistato nei sei anni precedenti ben 454 tonnellate di metallo, quasi raddoppiando le sue riserve, a 1.054,1 tonnellate: una quantità che colloca la Banca centrale cinese al sesto posto nella classifica mondiale dei detentori di oro, ma che costituisce appena l'1,8% del totale delle sue riserve, a fronte di oltre il 70% nel caso di Stati Uniti, Germania, Italia e Francia.
La trasformazione del settore ufficiale in una fonte di domanda di oro è una delle maggiori rivoluzioni che hanno investito di recente questo mercato: dopo oltre vent'anni di prevalenti vendite, dal 2010 le banche centrali sono diventate acquirenti nette di oro e l'anno scorso – stando alle cifre ufficiali – hanno accresciuto le riserve di quasi 500 tonnellate, fornendo un contributo rilevante alla corsa del lingotto verso il record storico di 1.920,30 $/oncia. Se Pechino avesse davvero accresciuto le riserve di 70 tonnellate, sarebbe stata una dei maggiori acquirenti, superata solo dal Messico e dalla Russia, che hanno comprato rispettivamente 98,8 e 94,1 tonnellate.
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