(Corbis)

Bye bye America meglio l'esotica Singapore. A fare le valige è Eduardo Saverin il socio amico-nemico di Mark Zuckerberg che a pochi giorni dalla quotazione di Facebook ha deciso di rinunciare alla cittadinanza Usa per trasferirsi in estremo oriente.

Il suo portave si è affrettato a sottolineare che la decisione non è dovuta a eventuali vantaggi fiscali bensì per stare più vicino ai propri investimenti in Europa e Asia. Saverin in realtà già vive a Singapore dal 2010 e quindi sa bene che le tasse sul reddito non superano il 20% e non ci sono imposte sul capital gain. Una pacchia quindi.

Anche perché l'ex fondatore di Facebook rischia di ritrovarsi a brevissimo (il 18 maggio è previsto il debutto a Wall Street) ancora più ricco prima. Per quanto gli analisti abbiano giudicato il prezzo di collocamento eccessivo ( tra i 28 e i 35 dollari per azione) l'Ipo sarebbe già stata sottoscritta più di una volta. Si preannucia quindi un successo. Il social network punta infatti a raccogliere 11,8 miliardi di dollari, diventando così la maggiore quotazione del settore Internet.

Evidentemente Saverin deve aver fatto bene i suoi calcoli. E anche da tempo, visto che la decisione di spostarsi è di qualche anno fa. L'ex studente di Harvard che ha già incassato 250 milioni di dollari possiede oggi meno del 5% di Facebook, dopo l'iPo la sua quota potrebbe valere 3,5 miliardi di dollari. E tutto per una fortunata amicizia. Saverin nell'autunno del 2003 conosce all'università Mark Zuckerberg.

Insieme lanciao The Facebook, versione primordiale e universitaria di quello che poi diventarà il social network più popolare del mondo con 900 milioni di utenti. Diventano amici, viene nominato in un primo momento direttore finanziario ma poi litigano. Oggetto del contendere l'amicizia come una vecchia conoscenza della silicon valley, il fondatore di Napster reo di aver convinto Zuckerberg a trasferirsi in California. I due si affrontano in tribunale. Vince il Eduardo Saverin che viene reintegrato come "fondatore" di Facebook e gli viene riconosciuto una quota di circa il 5%.

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