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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2012 alle ore 08:02.

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Rcs, avanza la cessione Flammarion (Fotogramma)Rcs, avanza la cessione Flammarion (Fotogramma)

Cinque ore di riunione per il consiglio di Rcs, che ha approvato la trimestrale, deciso di proseguire nella vendita di Flammarion e ascoltato la relazione del comitato nomine sul processo di ricerca del nuovo amministratore delegato che si prevede di concludere a breve, probabilmente entro dieci giorni quando sarà riaggiornato il cda.

Il patto di sindacato è «ormai un cadavere» e sulla nomina del nuovo ad «bisogna chiedere a Mediobanca, decidono tutto loro», aveva detto in mattinata Massimo Pini, che nel patto Rcs rappresenta i Ligresti. Ma al di là delle polemiche, che l'organo deputato a decidere in merito sia il cda è un dato di fatto. Tanto più che il board di Rcs, appena insediatosi, ha provveduto a dotarsi di un proprio comitato nomine composto da Roland Berger, Andrea Bonomi e Carlo Pesenti. Con Pesenti che ha fatto parte anche della triade con il presidente di Mediobanca Renato Pagliaro e il presidente Fiat John Elkann che ha lavorato per definire una rosa di nomi da proporre sulla base delle indicazioni arrivate dal cacciatore di teste Spencer Stuart. «Per ora stiamo valutando candidature esterne, poi si vedrà», aveva detto qualche giorno fa il neo presidente Angelo Provasoli. A quanto risulta, per l'opzione esterna resta in pole position Pietro Scott Jovane, ad di Microsoft Italia, per quella interna Riccardo Stilli, il vice-direttore generale nonchè direttore finanziario al quale sono state assegnate le deleghe per guidare la "macchina" fino alla scelta definitiva.

Su Flammarion si è invece deciso di andare avanti, il che significa che l'ipotesi di aumento di capitale si allontana. Due le offerte raccolte da Mediobanca e arrivate al rush finale, quella di Gallimard e quella di Albin Michel. A questo punto è solo questione di prezzo e infatti la nota della società che dà conto dell'esito del cda aggiunge il caveat: «sempre che si pervenga all'ottenimento di condizioni soddisfacenti».
Infine, il trimestre. I ricavi consolidati calano a 414 milioni, -9% a perimetro omogeneo. L'Ebitda si attesta a 0,5 milioni dai 2,3 milioni precedenti, con il margine pre oneri e proventi non ricorrenti positivo per 2 milioni (4,5 milioni nello stesso periodo 2011). Il trimestre salda con una perdita netta di 27,3 milioni contro il passivo di 20,9 milioni dell'anno scorso. E, sebbene la posizione finanziaria netta sia prevista in miglioramento nell'esercizio in corso, a marzo, per effetto degli investimenti effettuati, l'indebitamento aumenta a 963,5 milioni dai 938,2 milioni del 31 dicembre.

I ricavi pubblicitari di gruppo flettono del 9,2% a 148,4 milioni, ma i ricavi da attività digitali, al netto di Dada e delle attività tv, aumentano del 7% a 27,2 milioni. L'area Quotidiani Italia, in particolare, segna ricavi in calo del 7,4% a 135,6 milioni, con i ricavi pubblicitari che si assestano a 60,6 milioni (-4%, al netto della raccolta di City, che ha sospeso le pubblicazioni a fine febbraio) e i ricavi diffusionali che passano da 77,1 a 69,7 milioni. Aumentano però del 39,5% i ricavi editoriali digitali. Gli abbonamenti paganti per smartphone, per Corriere e Gazzetta, sono più che raddoppiati a oltre 53mila. Il Corriere della Sera aumenta la diffusione dell'1,2% a 505mila copie giornaliere, mentre la Gazzetta dello Sport flette a 274mila copie.
Unidad editorial in Spagna registra ricavi in calo da 116,7 a 105,7 milioni, con la pubblicità che flette da 50,2 a 41,8 milioni e i ricavi editoriali sostanzialmente stabili da 55,4 a 54,5 milioni.

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