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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2012 alle ore 06:41.

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Un miliardo di euro. È questa la cifra che è nella mente di Silvio Berlusconi per l'Ac Milan. Sono le risorse iniettate dalla sua famiglia per investire nel club rossonero negli ultimi 26 anni, dall'acquisizione (il 20 febbraio 1986) ad oggi: capitali che la holding Fininvest ha dovuto tirare fuori dal cilindro ogni anno per comprare i giocatori e coprire le perdite della società calcistica. Da questa cifra bisogna partire per capire il futuro del Milan.
Al dossier, grazie ad alcune banche che hanno lavorato in passato per Fininvest (come Bnp Paribas e Hsbc), si sono avvicinati potenziali investitori stranieri: corteggiamenti ai quali la Fininvest, guidata da Pasquale Cannatelli, malgrado le smentite, non è insensibile. Un socio di minoranza non sarebbe sgradito. Qualche tempo fa il club era entrato nel radar di gruppi mediorientali, area dove il Milan ha un certo appeal (la compagnia aerea Emirates di Dubai è sponsor dei rossoneri). Più recentemente, avrebbero esaminato il dossier investitori cinesi, Paese per il quale il Milan rappresenta la massima espressione del calcio italiano.
Ma la realtà dei fatti, più che in generiche manifestazioni d'interesse, sta nei numeri. Quindi in quel miliardo che continua a restare nella mente di Silvio Berlusconi per la sua creatura, malgrado il mondo nell'ultimo anno e mezzo sia cambiato. La valutazione dei rossoneri, per l'ex-premier, non può infatti discostarsi molto: tanto che qualche tempo fa si era parlato di 750 milioni. Ma con il fair play finanziario imposto dall'Uefa al calcio, il Milan dovrà stare attento ai bilanci. E la stessa Fininvest deve confrontarsi con le sue controllate, un tempo galline dalle uova d'oro, ora in difficoltà. A cominciare da Mediaset, con il titolo ai minimi in Borsa e i profitti in calo dell'85% nel primo trimestre.
Il dibattito sembra aperto in famiglia. Tra i figli, Marina e Piersilvio sembrano poco interessati alle vicende calcistiche, mentre Barbara rimane la più accanita sostenitrice della passione del padre. Venerdì scorso, ad Arcore, c'è stata una cena tra Silvio Berlusconi, Adriano Galliani e l'allenatore Massimiliano Allegri. Tuttavia la campagna acquisti (tra i possibili obiettivi Tevez o Mario Balotelli) è alle porte. E un partner azionario (sulla scia di quanto fatto dalla Lafico con la Juventus) potrebbe essere gradito.
Ora Fininvest si trova di fronte a una riflessione: sarà ancora possibile continuare a coprire le perdite dei rossoneri a fine anno? O meglio trovare un partner? Di sicuro con una mega-valutazione non c'è investitore, né cinese né arabo, disposto a strapagare una minoranza. Diverso, però, sarebbe se le pretese scendessero. Ma, come fanno notare ambienti vicini alla Fininvest, il Milan è qualcosa che esula dal business della holding. È terreno di Silvio Berlusconi e sarà lui ad avere l'ultima parola sulla vicenda.
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