Sarà Sator il nuovo azionista di maggioranza di Extrabanca, l'istituto nato nel 2010 per servire in prevalenza clientela immigrata, che oggi vede come principali azionisti Fondazione Cariplo (4,2%), gli Amenduni (4%) e Generali (3,3 per cento).
Ieri il cda di Extrabanca ha approvato un aumento di capitale riservato per 17 milioni: di questi, almeno 15 verranno investiti direttamente da Sator private equity fund, mentre «gli ulteriori 2 milioni saranno successivamente offerti a nuovi azionisti – si legge in una nota diffusa ieri – che possano contribuire a sostenere, anche in chiave prospettica, lo sviluppo del piano di espansione della banca». Sì, perché l'ingresso di Sator, soggetto all'autorizzazione della Banca d'Italia, è la prima tappa di un piano di sviluppo che punta a portare Extrabanca alla leadership di mercato attraverso l'apertura di 38 nuove filiali nelle principali città italiane entro i prossimi sei anni, che si andranno ad aggiungere a quelle attuali di Milano e Brescia, con 4mila clienti e 40 milioni tra depositi e impieghi; in questo contesto, Sator contribuirà mettendo a disposizione non solo denaro fresco ma anche competenze manageriali.
«Siamo orgogliosi di aver definito una partnership con Extrabanca non solo per le sue elevate potenzialità ma anche per i valori che incarna», sottolinea Matteo Arpe, amministratore delegato di Sator, che nell'operazione è stata seguita da Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. «La competenza e l'impegno del management attuale coniugate con l'esperienza maturata dal team di Sator nel settore bancario – sottolinea ancora Arpe – rappresentano le fondamenta su cui si basa l'ambizioso piano di sviluppo già deliberato dalla società». Dal canto suo, Extrabanca «riconosce in Sator il partner ideale – evidenzia il presidente, Andrea Orlandini – con il quale condividere la propria missione strategica di diventare leader di mercato delle attività bancarie rivolte ai cittadini immigrati».
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