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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2012 alle ore 16:48.

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Crisi bancarie: in Italia nessuna fuga dai depositi, ma solo grazie agli italiani. Nell'ultimo anno via dai conti correnti ben 92 miliardi esteri. Nella foto Alessandro Profumo (Space24)Crisi bancarie: in Italia nessuna fuga dai depositi, ma solo grazie agli italiani. Nell'ultimo anno via dai conti correnti ben 92 miliardi esteri. Nella foto Alessandro Profumo (Space24)

L'Italia non è la Grecia e neppure la Spagna. Le banche non sono, come ad Atene, al collasso dovendo ricapitalizzare le perdite per ben 28 miliardi subite dal taglio dei bond ellenici che possedevano in portafoglio. Non siamo neppure ai livelli di Madrid dove ormai i salvataggi pubblici (vedi Bankia) sono all'ordine del giorno. E non è un caso che in ambedue i Paesi il termometro della crisi bancaria sia nella fuga dei depositi: le banche elleniche hanno perso almeno un quarto dei conti correnti dall'inizio della crisi e da Madrid l'emorragia dei correntisti è costata almeno 65 miliardi nell'ultimo anno.

È il fuggi fuggi dei clienti dalle banche lo spauracchio che agita di questi tempi le autorità politiche di tutta Europa.
E l'Italia da questo punto di vista fornisce più di una rassicurazione. Gli ultimi dati dell'Abi, l'associazione bancaria italiana, dicono che la massa dei depositi degli italiani presso gli sportelli degli istituti ammontava a fine aprile a 1.137 miliardi di euro. In aumento dell'1,5% rispetto all'aprile 2011. Non poca cosa vista la forte turbolenza che imperversa ormai da molto tempo sul credito in Italia e nei paesi dell'Europa meridionale.

ESODO ESTERO PER 92 MILIARDI
Ma quel dato misura solo il grado di affezione degli italiani verso il loro sistema bancario non quello di risparmiatori e investitori stranieri. Qui la sofferenza è invece evidente.

Sempre l'Abi racconta che per il nono mese consecutivo è proseguita invece la fuga degli stranieri. A marzo 2012 i depositi dall'estero sono stati pari a 366 miliardi, il 20% in meno di un anno prima e addirittura il 16% in meno sul mese di febbraio 2012. Un'accelerazione evidente che testimonia della diffidenza sempre più accentuata degli stranieri rispetto alla tenuta del sistema bancario italiano. In soldoni in un anno dal marzo 2011 al marzo 2012 il flusso netto di provvista dall'estero è stato negativo per 92 miliardi con la quota estera sul totale depositi scesa dal 17% al 13%.

Che vuol dire tutto ciò? Che l'Italia ha tenuto rispetto al panico diffusosi in Grecia e Spagna, ma solo grazie all'apporto degli italiani. Che hanno continuato a finanziare le banche di casa e a coprire di fatto quel buco di oltre 90 miliardi provocato dall'esodo straniero.
Una sorta di nuovo patriottismo finanziario. Che fa per ora argine alla crisi di fiducia generalizzata che incombe sul settore del credito.

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