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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2012 alle ore 18:32.

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Ex direttore di Bankia Rodrigo Rato (Epa)Ex direttore di Bankia Rodrigo Rato (Epa)

Prima bastavano solo 7 miliardi, poi sono stati portati a 13. Ora sono giunti a 19 miliardi. È l'entità della cifra record che il Governo spagnolo dovrà sborsare per il salvataggio di Bankia, il quarto gruppo bancario iberico. Oltre all'entità dell'esborso è il continuo aumento della cifra nell'arco di pochi giorni a sollevare più di un quesito su quello che appare un grand bluff perpetrato nella contabilità della banca.

Nell'ultimo bilancio chiuso a marzo del 2012 e pubblicato solo poche settimane fa l'istituto spagnolo brillava di salute. Trecento milioni di utili netti e soprattutto come dichiarava la banca guidata tra gli altri da Rodrigo Rato, ex direttore del Fondo monetario internazionale, asset liquidi per 23 miliardi tali da fronteggiare senza problemi le esigenze di esborso della banca fino a tutto il 2015. Pochi giorni dopo queste rassicuranti esternazioni ecco un crack dalla portata gigantesca. Basti pensare che la banca chiede adesso per poter essere salvata la bellezza di 19 miliardi.

Sei miliardi in più del capitale dichiarato fino a ieri dalla banca e segnalato in 13 miliardi. Cosa vuol dire? Che quei 13 miliardi non bastano ad assorbire le perdite previste ora dal portafoglio immobiliare. E una prima ripulitura è già stata annunciata: i nuovi vertici hanno ammesso che gli utili di 300 milioni erano fittizi dato che secondo le nuove rilevazioni di bilancio già a marzo del 2012 gli utili non c'erano. Anzi c'erano perdite già a fine del 2011 per 2,9 miliardi. Insomma quel che raccontavano gli uomini di Rato erano amenità con una gestione dei conti della banca che assomiglia più a cartoon che a una rappresentazione corretta della realtà.

Più che le difficoltà della banca spagnola pesano sul circuito della fiducia internazionale, che è uno degli ingredienti chiave della crisi del credito, certi artifici contabili. Se non c'è nessuna fiducia su quanto le banche dicono del loro stato di salute non ci si deve stupire se il mercato vende furiosamente pur in assenza di notizie. È lo scetticismo, che trova sempre più conferme da vicende come Bankia, che finisce per prevalere spinto dall'opacità dei conti bancari. In fondo molti sospettavano che il portafoglio immobiliare da quasi 40 miliardi fosse intaccato dalle sofferenze. E in fondo il buco della banca spagnola viene tutto da qui. Finalmente è stato scoperchiato il fatto che buona parte di quei 40 miliardi valgono zero. Ma lo valevano anche prima quando gli uomini di Rato diffondevano bilanci grondanti di salute.

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