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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2012 alle ore 06:42.
SYDNEY
Rio Tinto ha fatto un importante passo in avanti nell'espansione delle sue operazioni nella bauxite nel nord del Queensland. Lo Stato australiano, infatti, ha approvato un controverso progetto da 1,45 miliardi di dollari australiani (pari a 1,13 miliardi di euro), che ora attende solo il via libera del Governo federale.
Il progetto "South of Embley", vicino a Weipa, ha ottenuto la luce verde dal Governo del Queensland guidato Campbell Newman dopo essere stato ritardato dal ministro dell'Ambiente di Camberra, Tony Burke, preoccupato per il numero di passaggi navali attraverso la Great Barrier Reef, la famosa barriera corallina australiana già in grave pericolo di estinzione. L'intervento del Governo centrale ha ritardato il progetto di almeno dodici mesi ed è stato citato dal boss di Rio Tinto, Tom Albanese, come uno dei casi più eclatanti della difficoltà di fare business in Australia.
"South of Embley" prevede una nuova miniera a cielo aperto, una centrale elettrica, caricatori di navi e altre infrastrutture e creerà, secondo il gruppo minerario, 1.200 posti di lavoro una volta diventata operativa.
Gli ambientalisti continuano ad opporsi al piano di espansione, forti del fatto che lo Stato del Queensland e Canberra starebbero per proporre l'area circostante la miniera come Patrimonio mondiale dell'umanità. «Non crediamo sia opportuno – ha spiegato Gavan McFadzean, portavoce della Wilderness Society – che ci siano nuovi sviluppi del sito prima del pronunciamento definitivo dell'Unesco».
Nel frattempo, a Bhp Billiton è stato chiesto di prendere una decisione immediata di sviluppare o vendere un deposito di uranio nel Western Australia a seguito di indiscrezioni secondo cui il gigante minerario starebbe per sbarazzarsi del deposito entro la fine dell'anno.
Nonostante Bhp giochi in casa con un Governo, pro-miniere, il gruppo ha ritardato la presentazione di una bozza di revisione ambientale per il suo progetto "Yeelirrie" a giugno, con la scusa di non aver raggiunto standard interni e chiedendo una posticipazione di sei mesi. Lo Stato del Western Australia ha ora posto un ultimatum a Bhp, stanco di continui ritardi e scuse. Questa settimana Toro Energy è stata la prima società ad aggiudicarsi l'approvazione definitiva per il suo progetto nell'uranio nello Stato occidentale australiano.
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