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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2012 alle ore 06:41.

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MILANO
I curatori fallimentari di Imco e Sinergia sono già al lavoro sulla documentazione delle holding della famiglia Ligresti dichiarate insolventi dal tribunale fallimentare di Milano il 13 giugno. E ieri i sei commissari nominati dal tribunale (Ignazio Arcuri, Silvano Cremonesi e Cesare Franzi per Sinergia e Carlo Bianco, Piero Canevelli e Marco Moro Visconti per Imco) si sono incontrati con i giudici delegati Roberto Fontana e Filippo D'Aquino per fare un primo bilancio della situazione a una settimana dalla dichiarazione di fallimento delle società. Non sarà un lavoro semplice, quello dei curatori fallimentari. L'intricata vicenda della maxifusione tra Unipol, Fonsai, Milano Assicurazioni e Premafin – sebbene al di fuori del raggio di azione dei curatori – fa da sfondo al complesso lavoro di ricostruzione dei conti e della gestione delle holding.
L'attenzione dei curatori fallimentari si starebbe perciò concentrando, almeno in questa prima fase, sugli aspetti più urgenti, come la delibera di Premafin approvata il 12 giugno, 24 ore prima che Imco e Sinergia fossero dichiarate fallite. Quel giorno l'assemblea della finanziaria dei Ligresti approvò l'aumento di capitale fino a 400 milioni riservato a Unipol ma contemporaneamente gli azionisti di maggioranza (la stessa famiglia Ligresti) chiese al Cda di esaminare altre «operazioni migliorative». Imco e Sinergia controllano complessivamente un pacchetto di circa il 20% di Premafin e dunque i curatori fallimentari dovranno stabilire se l'assenso alla ricapitalizzazione di Premafin abbia danneggiato o meno i creditori delle due società.
Nei prossimi giorni i sei professionisti incontreranno anche il sostituto procuratore Luigi Orsi, che ha chiesto (e ottenuto) il fallimento delle holding nell'ambito dell'inchiesta che vede Salvatore Ligresti indagato per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza. Ma adesso, dopo il fallimento di Imco e Sinergia, Orsi indaga anche con l'ipotesi di reato di bancarotta.
La vicenda penale e quella fallimentare procedono su binari distinti, ma intanto un primo effetto sull'azionariato di Premafin è già visibile. Il 20% del capitale della finanziaria dei Ligresti è oggi sotto il controllo dei curatori fallimentari mentre un altro 20% è stato posto sotto sequestro dalla procura. Si tratta delle azioni controllate dall'Eritage Trust e dall'Ever Green Security Trust, i due trust domiciliati alle Bahamas e gestiti da Giancarlo De Filippo, l'uomo che il pm Orsi definisce «persona vicina alla famiglia Ligresti» nella sua richiesta di fallimento di Imco e Sinergia. Questo pacchetto di titoli, una volta che sarà fisicamente nella disponibilità della procura, potrebbe essere affidato a un custode giudiziario nominato dal pm. Il risultato è che il 40% del capitale di Premafin è oggi sottratto al controllo della famiglia Ligresti.
L'inchiesta penale procede su diversi fronti, oltre a quello delle operazioni con parti correlate tra Sinergia-Imco e Fonsai-Milano Assicurazioni. A fine maggio Orsi è andato a Lugano per interrogare Niccolò Lucchini, l'intermediario attraverso il quale i due trust delle Bahamas hanno acquistato azioni Premafin. La Consob ha accertato che nel periodo compreso tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010 alcune società che fanno capo ai due trust offshore hanno comprato azioni Premafin in chiusura di Borsa, alterandone il valore. Da qui è partita l'accusa di aggiotaggio contestata a Ligresti e a De Filippo.
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