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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 07:13.

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È prevista per oggi, secondo indiscrezioni, la scadenza per le manifestazioni d'interesse preliminari sulle attività di Telecom Italia Media. Mediobanca e Citigroup – i due advisor scelti dall'azionista Telecom Italia che hanno inviato nelle scorse settimane ai potenziali interessati i "teaser", cioè i documenti con le informazioni di base della società – dovrebbero ricevere infatti entro oggi la disponibiltà a valutare l'operazione. In pratica, dopo tante parole, si dovrebbe alzare il sipario e capire chi in effetti è disposto concretamente a valutare l'operazione.

Tra gli addetti ai lavori, come potenziali interessati, circolano ormai da settimane alcuni nomi, anche se non mancano i commenti scettici al riguardo. Il dossier sarebbe stato inviato al gruppo L'Espresso di Carlo De Benedetti (che non sarebbe interessato) fino a Sky Italia, la controllata italiana dell'impero del magnate Rupert Murdoch, ma anche ad Al-Jazeera, la Cnn del mondo arabo, vicina a Tarak Ben Ammar, l'uomo d'affari franco-tunisino che gode di ottime relazioni nel mondo televisivo italiano ed è anche presente nel Cda di Telecom Italia. Infine il dossier sarebbe stato visionato anche dall'americana Discovery Channel, controllata da Liberty Media di John Malone. Resta da capire ora quali saranno i soggetti realmente interessati e a quale prezzo.

La vendita della controllata di Telecom Italia non sembra però impresa semplice. A margine dell'assemblea dei soci di un mese fa l'amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè ha spiegato che sulla base delle manifestazioni che verranno raccolte sarà deciso come procedere: «se con la vendita della totalità dell'azienda o dei singoli blocchi». Bernabè ha sottolineato che ad ogni modo «la procedura punterà a valorizzare Telecom Italia Media e a garantire a tutti i soggetti interessati di poter proporre offerte». Di sicuro, la partita della cessione sembra influenzata da aspetti di tipo politico ed economico. Il canale tv, La 7, ha un valore politico-editoriale, anche in vista delle elezioni politiche. Resta da capire quale spazio di crescita potrebbe avere La 7, e valutare quanto Rai e Mediaset possano cedere ancora in termini di audience. Più articolato il tema delle infrastrutture televisive, un bene pregiato nell'attuale evoluzione della competizione tecnologica. Nel passaggio dall'analogico al digitale, Telecom Italia Media può contare su tre multiplex nazionali e altri ne avrà in futuro: attività che sicuramente potrebbero fare gola a possibili investitori.

Il nodo restano però i numeri dell'azienda, tra luci e ombre. Nel 2011 la svalutazione di Mtv ha inciso sui conti di Telecom Italia Media, con un un effetto negativo in parte compensato dal buon andamento della tv ammiraglia La 7. La società guidata da Giovanni Stella ha chiuso il 2011 con una perdita di 83 milioni. Sull'ultima riga di bilancio hanno influito, in parte, le svalutazioni dell'avviamento di Mtv e dell'operatore di rete, che sta tornando a piena occupazione di banda dopo le entrate perse con la chiusura delle trasmissioni di Dahlia Tv. Se da una parte i ricavi nel 2011 hanno visto un peggioramento, dall'altra il margine operativo lordo ha evidenziato un incremento. Nel 2012 è prevista una crescita dei ricavi pubblicitari per La7 e La7D del 15% rispetto al 2011. Inoltre le stime per fine anno prevedono una crescita del fatturato del gruppo superiore al 13% sul 2011, un margine operativo lordo positivo e investimenti industriali stabili. Per fine anno è inoltre atteso un indebitamento sui 200 milioni: crescita dovuta in gran parte a investimenti per il completamento della digitalizzazione.

E proprio il tema degli investimenti resta strategico. Un eventuale compratore dovrà infatti iniettare capitali freschi per far crescere l'azienda nell'attuale situazione competitiva.

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