Dopo il provvedimento del Governo dello scorso fine settimana, si cominciano a costruire le fondamenta dell'operazione finanziaria tramite la quale le controllate del Tesoro (cioè Fintecna, Sace e Simest) passeranno sotto il controllo della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) guidata da Giovanni Gorno Tempini e presieduta da Franco Bassanini.
All'inizio di questa settimana è stata infatti inviata a un certo numero di banche (sia italiane sia internazionali) la lettera di invito al beauty contest alla fine del quale verrà scelto l'advisor nominato per valutare le società oggetto di cessione da parte del Governo italiano, che si attende un incasso di circa 10 miliardi di euro. Il vice ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha spiegato che la prima fase dell'operazione si chiuderà "entro un mese" attraverso il versamento di un acconto pari al 60%, circa 6 miliardi di euro.
Il lavoro di valutazione
Non sarà un lavoro semplice, quello che attende il futuro advisor della Cdp. L'obiettivo è, appunto, arrivare alla valutazione di 10 miliardi pensata dal Ministero dell'Economia sulla base delle stime sulle due società di maggior rilievo e dimensioni: cioè Fintecna e Sace.
Probabilmente l'analisi più difficile sarà quella da effettuare su Fintecna, la holding di Stato con una struttura complessa: ad oggi ha un patrimonio netto di 2,3 miliardi di euro, controlla una bella fetta del patrimonio immobiliare e ha in pancia anche il 99% di Fincantieri.
Più semplice sembra invece il compito di analisi su Sace, che dalla trasformazione in Spa nel 2004 ad oggi ha totalizzato 3,4 miliardi di euro di utili e distribuito all'azionista Tesoro circa 2,3 miliardi di euro di dividendi. Meno rilevante nella valutazione finale sarà infine Simest, la più piccola delle tre e il cui bilancio 2011 sarà approvato il prossimo 26 giugno.
Insomma, si tratterà di un lavoro di analisi complesso a fronte di un riconoscimento che per il futuro advisor sarà in gran parte reputazionale più che economico. Basta pensare che il ruolo di advisor nell'operazione Snam-Cdp-Eni garantirà al consulente Goldman Sachs, una delle principali banche internazionali, soltanto qualche migliaio di euro. In ogni caso l'operazione, studiata dal Governo su Fintecna, Sace e Simest, servirà a ridurre il debito pubblico, compreso quello derivante dal debito commerciale a favore delle imprese.
L'espansione della Cdp
Al di là dell'operazione in sé, ciò che emerge è il ruolo sempre più rilevante della Cassa Depositi e Prestiti, che si trova (dopo l'operazione di scorporo di Snam da Eni) a finalizzare un altro disegno del Governo. E, secondo quanto risulta in ambienti finanziari, la stessa Cassa sarebbe stata chiamata in causa (direttamente o tramite il Fondo strategico) anche su altri dossier strategici. Non soltanto i piani sulla rete di nuova generazione, dove per ora si assiste a una sorta di partita a scacchi tra Telecom Italia e Metroweb, ma anche su altre partite problematiche, come ad esempio nell'energia con Edipower. E, tra gli addetti ai lavori, c'è chi pensa che alla fine la Cdp (o il Fondo strategico) potrebbero entrare anche nella partita delle controllate (Breda, Ansaldo Energia e Sts) che Finmeccanica sta provando a dismettere. Posseduta al 70% dal Tesoro e al 30% dalle fondazioni bancarie, la Cdp ha archiviato nel 2011 un utile netto di 1,612 miliardi e dividendi per 371 milioni: potenza di fuoco senza confronti nel panorama finanziario italiano.
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IN CIFRE

10 miliardi
La valutazione
Il Governo italiano si attende dalla cessione delle tre società Sace, Fintecna e Simest un incasso di 10 miliardi di euro che serviranno a ridurre il debito pubblico compreso quello derivante dal debito commerciale a favore delle imprese.
60%
La quota
Il viceministro Vittorio Grilli ha spiegato che la prima fase dell'operazione si chiuderà entro un mese attraverso il versamento di un acconto pari al 60%, pari cioè a 6 miliardi di euro.