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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 06:42.


Unipol-Fonsai diventa a rischio, dopo la richiesta del custode giudiziale dei trust Premafin di rifare l'assemblea sull'aumento, e le banche coinvolte nell'operazione tracciano la strategia da seguire con un primo summit tra il numero uno di Banca Leonardo, Gerardo Braggiotti, advisor di Premafin, e l'Ad di Mediobanca, Roberto Nagel, regista dell'operazione Unipol.
La richiesta di rifare l'assemblea ed eventualmente annullare la delibera del 12 giugno scorso di aumento di capitale da 400 milioni di euro riservato a Unipol sarebbe arrivata del tutto inattesa. Ieri i manager degli istituti si sono sentiti con il direttore generale di Premafin, Andrea Novarese che dovrà fare il punto con il custode giudiziale Alessandro Della Chà e ricevere le motivazioni della relazione. Il consiglio di Premafin è stato fissato per la mattina del 29 giugno per esaminarla. La finanziaria dovrà convocare un'altra assemblea? Sul tema sono al lavoro i legali di Premafin per capire il da farsi. Motivo del contendere, secondo fonti bancarie, è l'articolo 2367 del codice civile comma 3 che afferma che «la convocazione su richiesta di soci non è ammessa per argomenti sui quali l'assemblea delibera, a norma di legge, su proposta degli amministratori o sulla base di un progetto o di una relazione da essi predisposta». Sul dossier si sarebbero subito attivati anche gli avvocati del pool degli istituti di credito, con in prima linea lo studio Riolo Calderaro Crisostomo.
Tanti ancora i punti da chiarire. Il custode giudiziale, di fresca nomina (il 21 giugno scorso), ha infatti sostenuto che l'assemblea del 12 giugno scorso «non sarebbe stata posta nelle condizioni di effettuare una comparazione» tra le offerte di ricapitalizzazione della società in quel momento sul tavolo «nella prospettiva della migliore valorizzazione della partecipazione di Premafin in FonSai». Ma, è la posizione che circola tra le banche, al 12 giugno scorso l'offerta concorrente (cioè quella di Sator e Palladio) era già stata modificata, senza prevedere un'operazione su Premafin, come nell'offerta originaria, ma solo su FonSai.
Ma se l'operazione dovesse tramontare, le banche già guardano alle contromosse. La data alla quale gli istituti di credito guardano è ora ben impressa nella memoria. Se entro il 20 luglio l'operazione Unipol non partirà, gli istituti di credito potranno escutere il pegno e diventare i nuovi proprietari di Premafin. Le sette banche del pool avevano infatti dato il via libera al rifinanziamento di Premafin (gravata da 368 milioni di euro di debiti) a patto di realizzare il matrimonio tra la compagnia bolognese e Fonsai.
Resta da capire cosa succederà dopo il 20 di luglio. Perché se da una parte è vero che gli istituti di credito potranno escutere il pegno, d'altra parte – decadendo la continuità aziendale – potrebbe essere chiesto il fallimento per Premafin. E, in quel caso, entrerebbe in campo ancora il Tribunale.
Per ora c'è stato un primo summit tra Gerardo Braggiotti di Banca Leonardo e Roberto Nagel di Mediobanca. Braggiotti si è recato in piazzetta Cuccia dopo la fine del Cda dell'istituto. Per tutta la giornata, le banche creditrici (in prima linea UniCredit con il top manager Vittorio Ogliengo) del gruppo Ligresti sono state impegnate in una serie di conference call. Sarebbero al lavoro, cercando di far quadrare il cerchio. I tempi infatti stringono: una nuova assemblea di Premafin, se dovesse essere convocata, nella migliore delle ipotesi farebbe slittare il progetto, perché dati i tempi tecnici, la data di convocazione non potrebbe essere prima del 13 agosto. Ma il problema più stringente al momento è quello della decisione di Consob sull'Opa a cascata sulla Milano Assicurazioni, atteso nei prossimi giorni e determinante per far arrivare in tempi brevi i 400 milioni dell'aumento di capitale a Premafin.
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