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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2012 alle ore 06:42.

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Un esercito di truffati: quasi 1700 risparmiatori della "Roma bene", ma solo trecento hanno poi sporto denuncia. E ieri per Gianfranco Lande, il "Madoff dei Parioli", l'ex consulente finanziario che ha raggirato molti vip e professionisti della capitale, è arrivata la condanna a nove anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Accusato di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta, esercizio abusivo della professione e ostacolo agli organi della vigilanza e in carcere dal 24 marzo, a Lande erano già stati inflitti, lo scorso 30 maggio, quattro anni e sei mesi di reclusione per bancarotta patrimoniale e documentale in relazione al crack da 225 milioni di euro dell'Egp France, una delle società al centro dell'inchiesta capitolina.

Dopo quattro ore di camera di consiglio, il collegio della nona sezione penale del tribunale di Roma, presieduto da Carmelita Russo, ha quindi giudicato responsabile l'ex broker – per il quale il pm Luca Tescaroli aveva chiesto dodici anni e otto mesi di reclusione – condannandolo anche al pagamento di una multa di 20mila euro, alle spese di giudizio e al risarcimento dei danni alle oltre 300 parti civili, costituite nel giudizio, in separata sede e in solido con i responsabili civili di Carispaq ed Egp. Nessuna somma risarcitoria è stata invece prevista a carico di Bankitalia e Consob. Anzi, per quest'ultima i giudici romani hanno disposto un indennizzo riconoscendola come una delle parti civili che dovranno essere risarcite. Lande è stato invece assolto per i fatti contestati e antecedenti al 1° luglio 1998 perché l'abusivismo finanziario non era previsto dalla legge come reato.

«È una sentenza scandalosa», è stato il primo commento a caldo dell'ex consulente finanziario. E i suoi legali sono pronti a dare battaglia. «Siamo curiosi di conoscere le motivazioni della sentenza – sottolineano Salvatore Sciullo e Susanna Carraro –. Certamente la impugneremo perché infliggere nove anni a una persona che si è comportata come ha fatto Gianfranco Lande, senza scappare e affrontando i problemi che si erano creati non per sua responsabilità ma per le condotte di altri, non merita di essere accettata». Di diverso avviso l'avvocato Claudio Coratella che rappresenta nel processo molte parti civili. «Finalmente giustizia è fatta. Questa condanna farà da scuola e sarà un monito per i futuri truffatori sulle conseguenze delle loro gesta». Soddisfatto anche il capo dell'ufficio legale della Consob, Salvatore Providenti. «È stata accolta pienamente la nostra impostazione sulla vicenda».

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