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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2012 alle ore 08:19.

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L'idea di vedere gas azero trasportato in Europa attraverso il Nabucco innervosisce Gazprom. In una conferenza stampa a tutto campo, l'amministratore delegato del monopolio russo Aleksej Miller ieri ha contrattaccato, armato di dettagli sull'avvio di South Stream: il gasdotto russo rivale del Nabucco che ora, in versione ridimensionata rispetto al progetto originale e chiamata Nabucco Ovest, contenderà alla Trans Adriatic Pipeline (Tap) il trasporto di parte delle forniture di gas in arrivo dalla sezione azera del mar Caspio.
Gazprom intende batterlo sui tempi: se si prevede che South Stream raggiunga la massima capacità di trasporto (63 miliardi di metri cubi l'anno) entro fine 2017, ha detto Miller a Mosca, il primo gas sarà in Bulgaria nel dicembre 2015, quando sarà completata la prima fase di uno schema "1+2+1", che aggiungerà al gasdotto altre due linee parallele entro fine 2016 e la quarta l'anno successivo. L'avvio della costruzione di South Stream , sviluppato da Gazprom con Eni, Edf e Basf, è previsto per dicembre.
I russi hanno manifestato nervosismo anche nei confronti della Turchia, che pochi giorni fa ha siglato gli accordi con l'Azerbaijan necessari per realizare la Trans Anatolia Pipeline (Tanap, un progetto da 7 miliardi di dollari. «Se, come da programma, verrà completato nel 2018 – ha detto ieri il portavoce di Gazprom Serghej Kuprijanov – allora la Turchia potrà chiedere aiuto a Baku». Una frecciata, dopo che Gazprom ha accettato in questi giorni di aumentare le forniture ad Ankara per compensarla del gas iraniano perduto in seguito all'esplosione di un gasdotto.
Giocando al rialzo anche sul fronte nord-europeo, Miller è poi tornato sull'ipotesi di un prolungamento di Nord Stream, pipeline che collega Russia e Germania, fino a raggiungere la Gran Bretagna: Bp, ha detto, ha mostrato interesse in proposito. La decisione di aggiungere una terza e quarta linea alle prime due, da poco entrate in funzione sotto il mar Baltico, è attesa per fine anno.
I programmi di Gazprom nel campo del Gas naturale liquefatto (Gnl) sono invece centrati per ora su Sakhalin, l'isola dell'Estremo Oriente russo dove il monopolio russo gestisce in partnership con Shell il suo unico impianto già in funzione: la novità è uno studio che prenderà in esame la possiblità di espanderlo, con l'obiettivo di acquisire la leadership per Lng sui mercati asiatici. Nel frattempo dovrebbe essere definito l'accordo con gli investitori stranieri che parteciperanno al progetto Shtokman, il gigantesco giacimento di gas nell'Artico in cui, oltre alla norvegese Statoil e Total, Gazprom potrebbe accogliere la stessa Shell.
Ieri il giagante russo del gas ha anche fatto sapere che intende effettuare quest'anno i pagamenti retroattivi di 20 miliardi di rubli (605 milioni di dollari) dovuti ai clienti europei dopo la revisione delle condizioni di fornitura concordate nei mesi scorsi. «La parte del leone – ha detto alla stampa Elena Vasilieva, chief accountant di Gazprom – spetterà a Eni».
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