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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2012 alle ore 09:08.

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ROMA
Enel è pronta a entrare nella corsa per il trasporto del gas dell'Azerbaijan verso l'Europa. La società guidata da Fulvio Conti sarebbe infatti decisa a partecipare al gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline), che vede già in campo la norvegese Statoil, la svizzera Egl e la tedesca E.On e che propone di portare il gas dal maxi-giacimento di Shah Deniz alle coste italiane passando per Grecia e Albania. L'ufficializzazione ancora non c'è, ma Enel dovrebbe presentare entro metà luglio la sua offerta non vincolante.
Già agli inizi di maggio Conti aveva aperto a un possibile coinvolgimento del gruppo. «Noi guardiamo con interesse a tutti i progetti che portano gas nel Paese, quindi anche al Tap». A spingere ora la società a rompere gli indugi è la definitiva uscita di scena di Itgi (Interconnector Turkey-Greece–Italy), progetto che fa capo a Edison e alla greca Depa. Nei giorni scorsi, infatti, Rovnag Abdullayev, numero uno di Socar – la compagnia di stato azera che fa parte, con gli inglesi di Bp, la stessa Statoil, la francese Total, la russa Lukoil, l'iraniana Nioc e la turca Tpao, del consorzio di sfruttamento di Shah Deniz – avrebbe scritto una missiva ai vertici di Edison e Depa in cui chiude definitivamente le porte alle ambizioni di Foro Buonaparte. Nella lettera, indirizzata per conoscenza anche al ministero italiano dello Sviluppo – che nei mesi scorsi si era speso a sostegno della soluzione targata Itgi - e al ministro greco dell'Energia, Socar ribadisce di essere giunta, dopo aver consultato tutti i soci del consorzio, alla decisione di selezionare Tap come opzione preferita per il ramo italiano del Corridoio Sud e che ulteriori proposte di Itgi non saranno considerate.
Una scelta irreversibile, dunque, che restringe la gara a due concorrenti: oltre a Tap, resta in pista anche Nabucco Ovest, la joint venture tra Rwe (Germania), Omv (Austria), Mol (Ungheria), Beh (Bulgaria), Transgaz (Romania) e Botas (Turchia), che porta avanti una versione corretta del gasdotto a lungo sostenuto da Bruxelles come la migliore soluzione per il Corridoio Sud e che farebbe ora passare il gas azero attraverso Bulgaria, Romania e Ungheria, per condurlo al terminale austriaco di Baumgarten.
La scelta finale è attesa per giugno 2013. Vero è, però, che la lettera della Socar e l'impegno del governo italiano, pronto a supportare il Tap, spingono in alto le quotazioni del progetto targato Statoil-E.On-Egl. E l'imminente ingresso di Enel potrebbe convincere il consorzio di Shah Deniz a optare definitivamente per la rotta meridionale del Corridoio Sud, strategica per l'Italia. Dal Caspio, infatti, a partire dal 2018 potrebbero arrivare sui mercati europei 10 miliardi di metri cubi di gas l'anno. Con un vantaggio evidente per il nostro Paese: diversificare le fonti, riducendo la dipendenza da Russia e Nord Africa.
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