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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2012 alle ore 06:41.

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Da Doha, l'assolata capitale del Qatar piccolo ma sempre più potente emirato sul Golfo Persico, parte la conquista della tv commerciale in Italia: Al-Jazeera vuole fare l'asso pigliatutto. Dietro le quinte, lo sceicco Hamad Bin Khalifa Al-Thani, il facoltoso signore del Qatar e proprietario della tv satellitare, è sempre più intenzionato a mettere le mani sulla tv in Europa e si candida al ruolo di nuovo Rupert Murdoch dell'etere.
Mentre l'industria dei media in Italia si lecca le ferite di una recessione che la sta colpendo, il canale arabo, che letteralmente vuol dire "l'Isola", è oggi il nome su tutti i dossier caldi delle tv in Italia: la Telecom guidata da Franco Bernabè cerca un possibile compratore per tutta Ti Media, che controlla il canale La 7? Ecco che si fa avanti al-Jazeera. Che, allo stesso tempo, bussa anche alla porta della famiglia Berlusconi per proporre un'alleanza nella pay-tv Mediaset Premium.
Inutile cercare un bilancio o i numeri di al Jazeera: nessuno li ha. Ma tanto con le spalle lo sceicco di uno dei pochi emirati del Golfo passato finora indenne nella crisi (a differenza di Dubai travolta dal crack della società di stato immobiliare Dubai World, schiacciata da 59 miliardi di dollari di debiti), i soldi per investire e dare il via al risiko delle tv in tutta Europa non mancano (quando lanciò al-Jazeera mise sul piatto senza battere ciglio 150 milioni di dollari). Se infatti in Italia lo sceicco fa capolino solo ora, in Francia ha già piazzato una pedina pesante facendo del paese la base operativa in Europa della Qia (Qatar Investments Authority), il fondo sovrano che di fatto è il suo braccio armato (finanziario). A Parigi sono in molti a sussurrare che l'emiro possa andare all'attacco del quasi-monopolio storico di Canal+, sul fronte del binomio sport-tv (in realtà calcio-tv, partendo dalla testa di ponte della squadra del Psg, il più popolare club di calcio francese di cui la Qia è diventata proprietaria). Ambizioni di conquista che in Francia preoccupano, tanto che il quotidiano «Libération» ha pubblicato un pezzo di fiction in cui immagina un futuro dove il Qatar sia proprietario di mezza Francia.
Ora le mire dello sceicco, attraverso al-Jazeera, si spostano anche in Italia, dove, dovessero andare in porto, al-Thani si troverebbe proprietario del terzo polo tv nazionale e socio in affari con la pay-tv di Berlusconi che conta già una non disprezzabile base di 2 milioni di spettatori. Lanciato nel 1996, in quindici anni il canale arabo è diventato uno dei network più diffusi e autorevoli, tanto da meritarsi il soprannome di Cnn del Medio Oriente: con 65 uffici e 220 milioni famiglie raggiunte in 100 Paesi è la tv che cresce di più e il polo tv del Sud del mondo. L'improvvisa smania di espansionismo della tv ha il suo epicentro a Londra: sulle rive del Tamigi non hanno solo sede le principali banche d'affari del Vecchio Continente, ma anche al-Jazeera ha il suo quartier generale (l'altro centro operativo fuori dal Qatar è a Washington). E da lì vengono pensate le strategie: proprio in questi giorni, presunti emissari degli arabi sarebbero a Milano per incontri d'affari. Sarà lo sceicco l'anti-Murdoch in Europa?
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L'ANTICIPAZIONE

Allo shopping. Su Il Sole 24 Ore di ieri la notizia dell'interesse degli arabi di Al-Jazeera per le tv italiane

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