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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2012 alle ore 08:17.

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Fallita la procedura di conciliazione in Abi tra Monte dei Paschi e sindacati, i rappresentanti dei lavoratori comunicheranno nei prossimi giorni la data dello sciopero. L'incontro, a cui per la prima volta era presente anche Mps, rappresentata dal responsabile delle risorse umane, Ilaria Dalla Riva (ex Sky, in carica nell'istituto senese dal 25 giugno), non ha sortito l'effetto sperato dall'azienda.

«Abbiamo manifestato ai rappresentanti dei lavoratori la nostra volontà di sederci a un tavolo per discutere il piano d'impresa 2012-2015 – dice Dalla Riva –. Sul contratto integrativo aziendale (Cia) abbiamo spiegato che il Cia di Mps è scaduto nel 2008, ma era in vigenza. Nel nuovo piano lo abbiamo disdettato e quindi i dipendenti ne avranno i benefici fino a ottobre del 2012. Sedersi al tavolo ora permetterebbe una rinegoziazione in tempi tali da consentire di non avere effetti gravosi sui lavoratori. Mps ha disdettato il Cia, ma sarebbe disponibile a rinegoziarlo contestualizzandolo nell'attuale scenario bancario».

Più in particolare sul piano che prevede la chiusura di 400 filiali e 4.600 esuberi, l'istituto senese ha spiegato che «le persone che lavorano nelle filiali che saranno chiuse verranno spostate in altre filiali o si occuperanno di attività che sono organiche alla nuova organizzazione della banca.

A questo si aggiunga che avere annunciato 4.600 esuberi, non significa aver annunciato 4.600 licenziamenti – continua Dalla Riva –. Infatti abbiamo anche detto che 2.350 persone rientreranno in un percorso di terziarizzazione in società di back office cedute ad altre aziende che svolgeranno l'attività che oggi Mps fa direttamente. Questo servirebbe a far sì che la banca possa concentrarsi maggiormente sul core business. Inoltre è prevista la cessione di asset dove sono impiegate quasi 1.200 persone. Le rimanenti possono uscire perché hanno i requisiti per la pensione o con esodo incentivato. Questo significa che allo stato attuale non ci sarà bisogno di ricorrere alla 223». Tra l'altro per ridurre l'impatto sociale e sull'occupazione del piano «sarebbe molto utile che vi fossero i decreti del nuovo fondo di solidarietà, riformato la scorsa estate perché consentirebbero di utilizzare i nuovi strumenti previsti», osserva Dalla Riva.

I propositi del Monte dei Paschi però non hanno incontrato il favore dei sindacati che hanno chiesto di ritirare il piano d'impresa 2012-2015 che è stato presentato, lamentando tra l'altro lo scarso coinvolgimento nella sua stesura. Secondo la tradizione passata il sindacato in Mps veniva preventivamente informato del piano prima che questo fosse presentato e c'era un maggior coinvolgimento. A Siena però da qualche mese è iniziato un nuovo corso e il piano d'impresa 2012-2015 è stato presentato ai sindacati al momento dell'ufficializzazione. Con contenuti diversi da quelli attesi, molto più pesanti dal punto di vista occupazionale, come hanno messo in luce nei giorni scorsi i segretari generali delle principali organizzazioni che hanno lamentato anche scarsa coerenza con l'ultimo ccnl che prevede di riportare all'interno attività esternalizzate. Ieri però l'azienda ha chiaramente spiegato che non c'è alcuna intenzione di ritirare il piano. Quindi per i sindacati nessuna possibilità di conciliazione, si va avanti con lo sciopero.

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