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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2012 alle ore 15:35.

LONDRA - Londra cerca di quadrare il cerchio sulla vexata quaestio dei bonus bancari. Il cancelliere George Osborne vuole difendere il diritto delle banche a concedere premi senza limiti ai dirigenti, mentre monta lo scandalo sul fixing del tasso interbancario Libor e infuria la polemica sulla maxi-liquidazione che Bob Diamond, il Ceo dimissionario di Barclays, esige. Il Governo britannico teme che l'imposizione di rigidi limiti ai bonus bancari porti a un esodo dei maggiori istituti verso New York, Hong Kong o Singapore e tolga a Londra il vantaggio competitivo che la rende la capitale finanziaria d'Europa. Per questo al summit dei ministri delle Finanze della Ue martedì Osborne farà di tutto per bloccare la proposta del Parlamento Ue di fissare l'equivalente dello stipendio come livello massimo di bonus annuale.
La posizione britannica è che la riforma proposta dalla Ue è inutile e dannosa. Inutile perché le banche aggireranno il problema aumentando gli stipendi, aumentando quindi i costi fissi, e dannosa perché Londra è la città che ha più da perdere da un possibile esodo delle banche. Secondo Osborne le regole già approvate dal Governo, come i limiti alla componente in contanti dei bonus e i premi differiti, sono sufficienti a regolamentare il settore.
Il Governo britannico rischia peró ripercussioni negative: la posizione sarà difficile da spiegare a un'opinione pubblica sempre più ostile verso i "superbanchieri" in seguito alle rivelazioni su come vari trader hanno per anni pilotato il Libor a proprio vantaggio. Osborne, già dipinto dall'opposizione laburista come un ricco privilegiato, potrebbe sembrare un paladino dei banchieri e subìre un ulteriore calo di popolarità.
Il cda di Barclays, la banca piú coinvolta nello scandalo Libor, sta decidendo se sfidare l'opinione pubblica e l'espressa volontà del Governo e delle autorità britanniche concedendo a Diamond la buonuscita che lui chiede, che potrebbe arrivare a 25 milioni di sterline. Intanto ieri un ex dirigente di Barclays, che ha voluto mantenere l'anonimato, ha dichiarato alla stampa che il Ceo era sicuramente al corrente del fixing del Libor già dal 2008 perché le rigide regole interne della banca prevedono l'obbligo di riferire tutto ai superiori pena il licenziamento. L'ex dirigente ha definito "tossico" l'ambiente della banca e criticato il "clima di terrore" che regnava mentre era Ceo Diamond. Barclays ha fatto sapere che Rich Ricci, capo dell'investment banking, aveva condotto l'inchiesta interna sul Libor e fatto rapporto ai superiori. La settimana scorsa Diamond testimoniando alla Commissione parlamentare Tesoro aveva affermato di avere saputo dello scandalo solo il mese scorso.
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