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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2012 alle ore 19:03.

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Credit crunch a misura di famiglia. A partire dallo scorso anno il credito erogato alle famiglie ha segnato un decisiva contrazione. Nel primo trimestre 2012 il segmento mutui segna un -47% sul trimestre precedente e quello dei prestiti personali diminuisce dell'11% (era a -2,2% nel 2011 sul 2010). In un clima fortemente statico in cui l'orizzonte è ancora a tinte cupe, non consola il fatto che, rispetto al passato, il livello di rischiosità resta stabile.

Tradizionalmente caute nel ricorre al credito, le famiglie italiane in un contesto fortemente recessivo, di criticità del mercato del lavoro e di contrazione del reddito disponibile, lo sono ancor di più, soprattutto per l'acquisto di beni durevoli di valore elevato, e investimenti immobiliari. Sono queste le principali evidenze della 32esima edizione dell'Osservatorio sul credito realizzato da Assofin, Crif e Prometeia.

Una situazione ribadita anche da Mario Draghi, presidente della Bce: «Ci sono tre ragioni per cui la banche non fanno prestiti: per l'avversione al rischio, per l'insufficienza di capitale, per le difficoltà di raccolta. Abbiamo rimosso solo il terzo fattore» Draghi sottolinea anche la persistenza di una «domanda di credito debole».

La difficoltà di accesso al credito e il caro tassi dal 2010 a oggi sono progressivamente aumentati. Lo conferma il rapporto Assofin-Crif-Prometeia: «Abbiamo assistito a un trend crescente – spiega Daniela Bastianelli di Crif, da cinque anni curatrice del rapporto –.
Da parte delle banche c'è stata e c'è un'offerta sempre più selettiva, per le tensioni sul debito a livello internazionale che, grazie all'intervento della Bce, si sono allentate solo nel primo trimestre 2012, anche se l'atteggiamento delle banche non si è modificato».

I costi del credito si sono trasferiti dalle banche ai clienti: se lo spread medio a marzo 2011 per i mutui a tasso fisso era dello 0,95% e per i mutui a tasso variabile dello 1,20%, da gennaio a febbraio 2012 è salito per il tasso fisso al 3,60% e per quelli a tasso varibile al 3,30%. In sostanza, se dal lato dell'offerta c'è poca liquidità, selezione nell'erogazione dei credito e scarsa provvista, dal lato della domanda la convenienza ad accendere ai finanziamenti è notevolmente diminuita.

«Anche le previsioni per il 2012 sono pessime – aggiunge Bastianelli –: sul mercato ci sono segnali evidenti di una forte recessione, mentre il sistema deve fare i conti con le regole di Basilea III. Tutto questo comporta maggior controllo sia verso il mercato sia verso i clienti». Rispetto all'apice raggiunto nel 2009, l'indice di rischiosità si mantiene stabile ai livelli del 2011. Dal lato influisce una minor esposizione delle faniglie, dall'altro si raccolgono i frutti dell'adozione di alcune misure (ad esempio la moratoria) che hanno mitigato il rischio di credito.

In Lombardia, ad esempio, due grandi banche, grazie alla collaborazione con la Regione, hanno varato un pacchetto di interventi a favore delle giovani coppie. UniCredit consente a chi ha stipulato un mutuo con una società del gruppo e si trova nella momentanea difficoltà di poter vendere l'alloggio a Unicredit Credit Management Immobiliare, saldare il debito residuo con i proventi della vendita e contemporaneamente stipulare il contratto di locazione a un canone sostenibile, con la possibilità di riacquistare l'alloggio una volta superate le difficoltà finanziarie.

Intesa Sanpaolo prevede invece la sospensione delle rate dei mutui per un periodo massimo di 12 mesi e la rimodulazione della durata fino a un massimo di ulteriori 10 anni, per una durata non superiore a 40 anni.

Ma «l'atteggiamento di molte famiglie italiane negli ultimi mesi – ricorda Bastianelli – è la forte autocensura per il solo fatto di temere di non poter adempiere agli impegni».

Quanto alle srategie, tra gli intermediari qualcuno si sta muovendo per mantenere attraente il business. «Alcuni istituti stanno spostando il business dai finanziamenti finalizzati ai prestiti personali – aggiunge Bastianelli – così si riducono i costi dei dealer e si crea un rapporto più stretto con i clienti».

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