Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 08:19.
Salini sente profumo di vittoria. Gavio, finora forte e sicuro, per la prima volta appare in bilico. Dopo quello che è successo ieri, l'idea di un ribaltone si fa concreta. Sulla carta, tutto rimane com'è perché rimane valida la record date del 3 luglio. E quindi martedì all'assemblea si andrà con lo stesso schieramento di capitale e voti.
La vera differenza però la faranno le deleghe. E qui Salini ha vinto la sua battaglia. Il porta a porta della raccolta di voti è stato prolifico per i romani che hanno ottenuto 870 deleghe, 7,8 milioni di azioni, pari a circa il 2% del capitale, mente Gavio ha fatto meno proseliti, racimolando solo 1,5 milioni di titoli. Mentre i due rivali hanno passato il tempo a contestarsi a vicenda il prospetto della raccolta (cosa che ha imposto anche alla Consob di intervenire imponendo integrazioni informative), il mercato sembra aver creduto più al progetto di Salini che a quello di Gavio. E se ieri i romani hanno vinto, seppur sul filo di lana e seppur solo grazie ad astenuti e non partecipanti al voto, lo hanno fatto senza poter sul 2% di voti raccolti per delega. Martedì prossimo, però, il divieto non ci sarà e Salini avrà un 2% in più.
Ma, sempre sulla carta, ci sono anche una serie di incognite: prima fra tutte Assogestioni. I fondi sponsorizzati dall'associazione, titolari di un 4%, ieri non si sono presentati in assemblea, suscitando imbarazzi e polemiche, ma potrebbero farlo martedì. In una battaglia che ieri è stata decisa da una manciata di voti e che si giocherà sul filo di lana, il pacchetto Assogestioni potrebbe essere decisivo. Oggi si riunisce il comitato di Assogestioni e si capirà se i fondi decideranno di rimanere o meno fuori dalla battaglia.
C'è poi il nodo Amber: se già prima il fondo americano è l'ago della bilancia, ora è diventato cruciale visto che è salito all'8,4% dal 5%, come anticipato da rumor di mercato. A giudicare dalla liason vista ieri in assemblea tra Salini e Umberto Mosetti, capo italiano di Amber, par di capire che il fondo abbia già deciso con chi schierarsi. A quel punto per Gavio non ci sarebbe più partita. Ma il fondo americano è un hedge che, come successo in una vicenda analoga, quella Permasteelisa (dove due soci si contendevano il controllo e Amber ha fatto da spartiacque), punta a massimizzare i profitti. Ogni decisione è ancora possibile. In casa Gavio si studiano le contromosse: dovesse concretizzarsi lo scenario peggiore, la defenestrazione dal cda, a Tortona sarebbero pronti a chiedere la convocazione di un'altra assemblea.
S.Fi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Permalink
Listino azionario italia
Moved Permanently
The document has moved here.
Principali Indici
Moved Permanently
The document has moved here.
Moved Permanently
The document has moved here.
Ultimi di sezione
-
banche
«UniCredit più forte sul capitale con la crescita dei profitti»
-
tlc & media
Telecom, accordo sui contenuti con Mediaset
di Antonella Olivieri
-
trimestrali
Chrysler accelera nel II trimestre
di Andrea Malan
-
finanza
Mediobanca rileva il 51% di Cairn Capital. Utili in crescita del 27%, il titolo brilla in Borsa
-
la giornata dei mercati
Borse positive dopo i dati Usa, Milano +1,87%. Banche a picco ad Atene - Mediobanca fa shopping e sale (+6%)
-
ACQUISIZIONI
PartnerRe, Exor vince la partita
di Marigia Mangano









