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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2012 alle ore 08:20.

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LONDRA
Uno sconto di un miliardo di sterline alle banche e un regalo da 80 miliardi all'economia reale britannica: dietro la generosità della Banca d'Inghilterra e del Tesoro c'è la volontà di rilanciare la crescita e far ripartire un Paese in stallo. Londra ha annunciato ieri i dettagli di un nuovo meccanismo di finanziamento alle banche che è strettamente correlato alle loro attività di credito a favore delle famiglie e delle piccole e medie imprese.
Il "funding for lending scheme" prevede che le banche possano chiedere in prestito alla BoE finanziamenti pari al 5% del loro portafoglio di prestiti a un tasso dello 0,25% a patto che concedano prestiti a chi lavora e ne ha bisogno. Allo stato attuale, il 5% dei portafogli delle banche britanniche equivale a 80 miliardi di sterline.
Se il portafoglio di prestiti o mutui aumenterà cresceranno anche gli aiuti che Londra mette a disposizione, ma se invece ci sarà una riduzione dei crediti elargiti dalla banca allora il tasso d'interesse sui finanziamenti ricevuti salirà bruscamente all'1,5 per cento. Il nuovo meccanismo scatterà il primo agosto e resterà in vigore per 18 mesi, mentre i finanziamenti a basso costo saranno garantiti per quattro anni.
«L'obiettivo è di "rendere mutui e prestiti meno costosi e più facilmente disponibili, dare il sostegno necessario alle imprese che vogliono crescere e alle famiglie che vogliono comprare casa – ha spiegato ieri il cancelliere allo Scacchiere George Osborne –. Il Tesoro e la Banca stanno agendo insieme per rilanciare la fiducia nel nostro sistema finanziario. Vogliamo dimostrare che non siamo impotenti di fronte alla tempesta del debito nell'eurozona».
Le banche potranno usare le facilitazioni per prestiti già erogati oltre che per concederne di nuovi. Il meccanismo non ha obiettivi prefissati e le autorità non intendono interferire nelle decisioni degli istituti su chi finanziare. Tesoro e Bank of England (BoE) contano però che si crei un circolo virtuoso per cui le banche faranno a gara a conquistare clienti allargando i cordoni della borsa e abbassando progressivamente i tassi d'interesse. A questo fine la BoE ogni tre mesi pubblicherà una lista completa degli istituti che hanno ricevuto le facilitazioni e dei prestiti che hanno erogato. Concorrenza e trasparenza dovrebbero quindi contribuire, secondo le intenzioni di Londra, a dare il sostegno finora mancato all'economia reale.
La concessione di crediti da parte delle banche è calata del 16% dall'apice toccato nel 2008. La BoE ha appena lanciato un terzo round di quantitative easing, per un totale finora di 375 miliardi di sterline, che va a vantaggio soprattutto delle banche e delle grandi imprese. Il meccanismo varato ieri invece punta a sostenere le piccole e medie imprese, le famiglie e gli acquirenti di una prima casa.
«Questo nuovo meccanismo dovrebbe fornire un reale incentivo alle banche ad aumentare i prestiti alle imprese e alle persone, se possibile a tassi di interesse piú bassi –, ha commentato John Cridland, direttore generale della Cbi, la Confindustria britannica. È un passo positivo verso la stabilizzazione dei finanziamenti per il credito, soprattutto nelle attuali difficili condizioni di mercato dovute alla crisi dell'eurozona».
Il rischio è che la crisi abbia minato la fiducia e quindi prosciugato del tutto la domanda: «I problemi profondi hanno bisogno di soluzioni innovative e il Funding for Lending è un tentativo fantasioso e interessante di stimolare la concessione di crediti puntando sugli incentivi – ha detto Graeme Leach, chief economist dell'Institute of Directors –. Il problema è che aumentare la concessione di crediti importa poco se imprese e persone non hanno la fiducia per chiedere denaro in prestito. Complimenti al Governatore e al Cancelliere per la loro idea, ma non è detto che funzionerà».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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