MILANO
«Abbiamo un bel problema - ammise un anno fa Davide Malacalza in una pausa dell'assemblea Pirelli - Non sappiamo dove mettere tutta la liquidità». Hofima, la holding del primogenito della famiglia genovese, ha trovato una soluzione solo parziale nel 2011: una quindicina di milioni investiti nelle partecipate hi-tech, 4 andati alla Malacalza Investimenti (il veicolo creato nel 2009 per entrare nella galassia Pirelli) ma gran parte delle munizioni per nuove operazioni, 442 milioni, è rimasta inutilizzata. L'ultimo esercizio - secondo il bilancio consultato da Il Sole 24 Ore Radiocor - si è chiuso con un utile raddoppiato a 2,8 milioni ed è stato caratterizzato dal focus sulla filiera dei superconduttori, che fa capo a Asg, e dal monitoraggio costante del mercato per assestare un altro colpo.
Il salvataggio del San Raffaele, l'aumento di capitale UniCredit, l'ingresso in Mps e il riassetto Fondiaria-Sai: sono alcuni dei dossier eccellenti su cui il patron Vittorio e i due figli sono stati chiamati in causa e da cui si sono defilati. Occasioni mancate o pericoli scampati? Di certo c'è che la famiglia resta seduta su una cassaforte di almeno un miliardo: l'incasso della cessione delle attività siderurgiche ai russi, avvenuta nel 2007, è stato infatti diviso tra i due fratelli, Davide e Mattia, ed è confluito nelle rispettive scatole, Hofima spa e Luleo Sa, che controllano pressoché pariteticamente i business operativi: superconduttori, impianti, carpenteria metallica, acciaio, chimica e immobiliare. È facile ipotizzare dunque che i due veicoli abbiano mezzi finanziari di un simile ordine di grandezza.
A fine 2011, le disponibilità liquide di Hofima ammontano a quasi 441,7 milioni, in crescita rispetto ai 427 milioni precedenti, e sono parcheggiate in depositi bancari «incassabili a vista e liquidabili in 48 ore»: nella relazione si fa riferimento a un impiego di tali risorse in «strumenti finanziari del mercato monetario, a breve e brevissimo periodo, caratterizzati da elevata liquidità, liquidabilità a basso rischio ma comunque con elevata remunerazione». A queste si aggiungono 13 milioni in titoli obbligazionari, asset class che è stata fortemente alleggerita rispetto ai 46 milioni del 2010 per una mutata strategia di gestione del portafoglio in risposta all'andamento dei mercati finanziari.
Lo sforzo principale della holding è stato diretto alle attività hi-tech, filiera con ricavi superiori ai 30 milioni che si appresta al salto dimensionale dopo la doppia commessa di magneti, per complessivi 140 milioni, ottenuta nell'ambito del progetto Iter per lo sviluppo di un reattore sperimentale a fusione nucleare. Nell'ex Ansaldo Superconduttori, sono confluiti lo scorso anno finanziamenti per 14 milioni impiegati in primo luogo nel nuovo stabilimento di La Spezia. Altri finanziamenti hanno riguardato Malacalza Investimenti che ha in pancia il 12,4% di Camfin e il 31% di Gpi: la società ha sborsato 3,6 milioni per sottoscrivere i warrant della quotata e 4,6 milioni per l'aumento di capitale di Gpi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI

442 milioni
La liquidità di Hofima
Hofima, la holding di Davide Malacalza, ha una liquidità per 442 milioni disponibile per nuove operazioni.
2,8 milioni
L'utile
La società ha chiuso l'esercizio con un risultato della gestione
caratteristica positivo per 8,4 milioni e utili netti raddoppiati a 2,8 milioni, che
saranno iscritti a riserva.
15 milioni
Gli investimenti nell'hi-tech
Nel corso del 2011 la finanziaria ha investito una quindicina di milioni nelle partecipate hi-tech, mentre 4 sono andati alla Malacalza Investimenti (il veicolo creato nel 2009 per entrare nella galassia Pirelli).
1 miliardo
La liquidità
I mezzi complessivi delle holding dei fratelli Davide e Mattia Malacalza.