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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2012 alle ore 06:41.

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Mediaset cerca di mettere un freno alla crisi e rivede il piano di risparmi triennali annunciato soltanto la scorsa estate, che ammontava a 250 milioni di tagli, portandolo a complessivi 400 milioni di euro. La revisione è emersa nel tavolo che il gruppo di Cologno Monzese ha aperto con le sigle sindacali ed è stata motivata con l'ulteriore peggioramento del quadro macroeconomico con impatti sulla raccolta pubblicitaria del gruppo che, nei primi sei mesi, è scesa del 10%.
Nei mesi scorsi, il vicepresidente esecutivo Pier Silvio Berlusconi aveva già messo in preventivo ulteriori misure di risparmio, oltre al piano da 250 milioni, ma l'entità dei tagli non era mai stata quantificata: questi interventi avrebbero dovuto snellire la struttura di Mediaset. L'incremento di 150 milioni del piano di risparmio comunque è al di sopra delle stime ipotizzate negli scenari degli analisti. L'azione di riduzione dei costi dovrebbe limitare la caduta degli utili in forte flessione nei primi sei mesi di quest'anno.
Mediaset ha annunciato giusto un anno fa il piano da 250 milioni di euro di risparmi: una strategia che prevedeva 150 milioni di tagli alle spese operative e 100 milioni agli investimenti. Tuttavia, secondo diversi broker, i risparmi già preventivati in estate non basterebbero a ridurre la drastica erosione degli utili. Tanto che secondo le previsioni di alcune Sim, sarebbero necessari altri tagli alle spese per riallineare l'incidenza sui ricavi allo stesso livello dei broadcaster europei.
Ecco dunque spiegata l'azione energica, voluta ora dai vertici del Biscione, per cercare di far fronte ulteriormente ai conti in peggioramento a causa delle prospettive negative della raccolta pubblicitaria e dell'andamento del business della pay tv per la quale si prevedono perdite operative nel 2012 in linea con quelle dello scorso anno (a quota 68,5 milioni) e con il break-even rinviato al 2014.
Su quest'ultimo fronte Mediaset, che domani presenterà a Milano l'offerta Premium Sport, sarebbe alla ricerca di un partner. Un cambiamento di strategia con l'entrata di un socio nella pay-tv, come ad esempio Al Jazeera, avrebbe un impatto positivo nel breve periodo con il suo deconsolidamento, ma potrebbe essere un boomerang sul lungo termine con la presenza di un secondo forte operatore nel mercato.
L'incontro tenutosi ieri con le sigle sindacali riguardava anche la cessione delle sedi regionali di Videotime, escluse quelle di Milano e Roma, che coinvolge 74 dipendenti specializzati nel settore delle riprese e del montaggio e che secondo Mediaset dovrebbe portare a regime risparmi per circa 2 milioni di euro l'anno. In ogni caso la portata del progetto Videotime (con il conferimento a una newco che verrebbe poi ceduta) sembra contenuta rispetto al piano complessivo dei tagli previsto da Mediaset e in rapporto alle dimensioni degli asset italiani del gruppo di Cologno, in quanto coinvolgerebbe l'1,3% della forza lavoro attuale.
Proprio ieri i giornalisti di tutte le testate Mediaset, TG5, News Mediaset, TG4, Studio Aperto, Videonews, Sport Mediaset hanno espresso «grande preoccupazione per l'annunciata esternalizzazione del personale tecnico di tutte le sedi regionali del gruppo Mediaset, cioè la cessione di un presunto ramo d'azienda che coinvolge 74 dipendenti della società Videotime e le strutture in cui oggi lavorano» e hanno dichiarato lo stato d'agitazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IN CIFRE

400 milioni
Il piano di contrnimento
Mediaset ha rivisto al rialzo il piano triennale di contenimento dei costi annunciato lo scorso anno portandolo da 250 a 400 milioni di euro.
-10%
La raccolta pubblicitaria
Nel corso dei primi sei mesi dell'anno la raccolta pubblicitaria ha subito una ulteriore contrazione del 10 per cento.

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