Il pessimismo di Ben Bernanke sulle prospettive della congiuntura globale mette di cattivo umore i mercati asiatici, che archiviano la giornata in generale ribasso.

Da Tokyo a Taipei, da Seul a Hong Kong, da Bangkok a Manila, oggi per tutte le Borse d'Oriente è stata una seduta difficile e contrastata.
Le parole cupe del presidente della Fed hanno riportato l'attenzione degli investitori sui tanti nodi che affliggono l'economia mondiale: la crisi debitoria dell'Eurozona, l'incapacità degli Stati Uniti di rilanciare i consumi, il rallentamento della Cina.

Tutte cose note, ma se a puntare il dito sulla piaga è il numero uno della principale banca centrale del mondo, le preoccupazioni aumentano. Così oggi la voglia di rischiare è svanita proprio del tutto, come dimostrano i volumi di scambi bassissimi registrati sui listini del Continente (a Hong Kong le contrattazioni sono ai minimi degli ultimi sei mesi).

A soffrire maggiormente, come sempre quando l'Orso asiatico irritato dal malessere globale inizia a menare zampate, sono state le Borse più esposte al rischio di una recessione mondiale e agli umori dei consumatori europei e americani. Hong Kong e Seul hanno chiuso la seduta con perdite rispettivamente dell'1,1 e dell'1,5 per cento. Un po' meglio la Borsa di Tokyo che è riuscita a contenere i danni (-0,3%).
In controtendenza il listino di Shanghai, che ha guadagnato lo 0,4% nella speranza che la riunione del Consiglio di Stato di oggi vari delle robuste e convincenti misure fiscali per stimolare la crescita economica cinese ai minimi degli ultimi tre anni.

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